La Giunta comunale, in occasione della ricorrenza degli ottanta anni dal primo bombardamento sulla città di Terni nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ha assunto la decisione di richiedere per la città il massimo riconoscimento, rappresentato dalla medaglia d’oro al valore civile e miltare, accompagnando la sua risoluzione con la seguente nota di ricostruzione storica e di contestualizzazione di quei tragici eventi.
“Era d’agosto. 80 anni fa iniziò il calvario di Terni, duramente e ripetutamente bombardata dalle forze angloamericane; oltre mille nostri concittadini furono uccisi, centinaia feriti. Tanti restarono invalidi a vita. Ben poco rimase del centro storico; profondo e duraturo lo sfregio all’identità cittadina, ancor oggi pesantemente mutilata. Nessun altro centro dell’Umbria subì offesa più grande. Quest’anno la commemorazione del primo dei tanti attacchi alleati – durati poi oltre 300 giorni – è stata resa speciale da passaggi molto intensi, in particolare al cimitero, presso la fossa comune: il sindaco Bandecchi ha voluto ricordare alcune giovanissime vittime, bambini, con il loro nome e cognome, evocando immagini di vita familiare. E poi l’improvviso, immane, innaturale dolore che devono aver provato genitori, parenti, amici. Non possiamo permetterci una foto sbiadita di quel tempo; non possiamo disonorare la memoria con una noncuranza che porterà inevitabilmente all’oblio”.
“Un oblio che è purtroppo crescente, ben percepibile proprio nell’area delle sepolture, zona cimiteriale particolarmente disordinata ad onta della nostra stessa storia: promettiamo di operare per restituire decoro e dignità a questo brano così importante di Terni. Ma questo non basta.
Oggi è passato quasi un secolo da allora: Terni resta una città comprensibilmente scossa da quegli eventi che tuttora l’agitano come carsico fiume. Città che non ha mai veramente ottenuto il suo riscatto. Città mai davvero riconciliata con se stessa. Non ha certo aiutato averle tributato un’ordinaria medaglia al valor civile, nel 1960: medaglia d’argento, nonostante quelle immani distruzioni.
E se poi venne il tempo della ricostruzione, come nel resto d’Italia e d’Europa, a Terni essa ha riguardato gli edifici, talvolta in modo molto discutibile, ma non certo gli aspetti identitari, quelli che davvero contano per sentirsi parte della stessa, antica comunità”.
“La politica ha poi cavalcato sistematicamente un falso storico, anziché ricordare che Terni è città di antica fondazione: gli eletti, spesso per tornaconto personale, hanno strutturalmente preferito insistere nell’idea di una Terni che nasceva o rinasceva con l’industria siderurgica, una mitopoiesi dell’acciaio che storicamente è stato vita e morte di questa città.
A dispetto della devastazione subita e delle sofferenze patite, Terni non ha dunque ricevuto quei riconoscimenti istituzionali che avrebbe meritato: a noi sta stretta la medaglia d’argento al valor civile di cui la città fu insignita nel 1960. Se contano i simboli, quell’argento è una deminutio inaccettabile rispetto a quanto accaduto, rispetto a chi fu spazzato via senza colpe, rispetto all’impegno per la liberazione dalla dittatura.
Poiché eravamo e siamo una comunità dal cuore d’oro, 80 anni dopo pretendiamo che sia finalmente riconosciuto e consegnato a Terni questo oro – al valore civile e militare – per commemorare e salutare dignitosamente il sacrificio estremo dei nostri avi. La Giunta Bandecchi presenterà tale istanza dinanzi agli Organi competenti”.