Lu. Bi.
“Ti spacco la capoccia” con queste parole e con una martello in mano, un 19enne aveva minacciato l'autista di un autuobus che fortunatamente era riuscito a schivare i colpi con un braccio. Il fatto è avvenuto a Terni all'interno di un bus di linea all'interno del quale viaggiava anche il giovane marocchino che aveva chiesto all'autista di poter scendere dalla porta anteriore. L'autista aveva risposta che non era possibile e che fosse sceso dalla porta centrale del mezzo che era già stata aperta. Il 19enne ingiuriando e inveendo contro l'autista era sceso dalla porta centrale in Via Montefiorino, meditando vendetta.
Quando il bus, dopo circa mezzora, ha fatto il giro inverso fermandosi alla fermata opposta, il giovane marocchino si è presentato con un gruppetto di 'amici' ed è salito sul mezzo. Subito ha aggredito l'autista brandendo il martello, fortunatamente una passeggera col sangue freddo aveva dato l'allarme al 113; sentendo la telefonata il gruppo di balordi era sceso precipitosamente dal bus, mentre l'autista chiedeva il motivo dell'aggressione. Risalendo con un piede sul mezzo e urlando il giovane aveva risposto: “Tu devi fare quello che dico io”.
Grazie a Facebook l'autista era riuscito a identificare il suo aggressore e a segnalarlo alla Polizia che intanto era riuscita ad avere un identikit dalle testimonianze dei passeggeri.
Il giovane, un 19enne tunisino regolarmente residente a Terni, ha ammesso di essere l’autore delle minacce, ha raccontato che si è sentito vittima di un sopruso da parte dell’autista per non aver aderito alla sua richiesta e di essere perciò andato a casa, di aver preso un martello e chiamato dei suoi amici per assistere a quella che secondo lui era una rivendicazione di un suo diritto.
Parlando con gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, si è reso probabilmente conto di quello che aveva fatto e ha dichiarato di volersi scusare con l’autista, tentando di attribuire il suo gesto al periodo particolarmente stressante che stava attraversando. Le scuse però non l’hanno salvato da una denuncia per ingiuria, minaccia pluriaggravata e interruzione di pubblico servizio.