Non si placa la polemica politica sui finanziamenti della campagna elettorale del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. Era stato il Movimento5Stelle a sollevare la questione delle somme ricevute dal primo cittadino ternano per allestire la propria campagna elettorale, chiedendo trasparenza sulle cifre elargite dai vari sostenitori. Nella giornata di ieri, non si è fatta attendere la risposta di Di Girolamo che, tramite una nota, ha fatto sapere che “Come attestato dall’ elenco e dai moduli puntualmente depositati e registrati i finanziamenti della mia campagna elettorale che ha portata alla riconferma a sindaco sono trasparenti e legittimi”.
Il sindaco dunque difende il suo operato e quello dei suoi ‘sponsor’, ma aggiunge una considerazione chiaramente rivolta ai pentastellati, che, secondo Di Girolamo, non entrerebbero nel merito dei contenuti politici, ma riuscirebbero soltanto ad alzare i toni del confronto: “Ho dato luogo a una campagna elettorale sobria, essenziale, tesa a comunicare con la città e con gli elettori. Le risorse utilizzate sono la metà della volta precedente, in un’ottica di rispetto per l’utilizzo dei finanziamenti, del contesto economico, pur non sottraendomi al preciso dovere di far conosce il mio programma, le mie idee, la mia proposta politica e amministrativa. Un dovere di comunicazione che è alla base delle scelte democratiche. Sono orgoglioso – ecco il rimprovero ai 5 stelle – di aver avuto il sostegno di cittadini e soggetti economici che nella mia persona vedono un amministratore capace di affrontare i veri problemi di Terni e non di perdere tempo ed energie dietro questioni esiziali che servono solo ad alzare i toni e non i contenuti del confronto”.
Per avere un’idea più chiara e una visione complessiva del quadro dei finanziamenti alla campagne elettorali dei vari candidati a sindaco delle scorse comunali vediamo i numeri: la campagna di Di Girolamo è costata circa 43mila euro, Crescimbeni ha speso circa 36mila euro, Todini circa 20mila e Angelica Trenta circa mille euro. Da questi dati emerge una distribuzione che rispecchia fondamentalmente il risultato di quanto espresso dai cittadini nelle urne, ma all’occhio non può sfuggire i soli mille euro della pentastellata, che ha ottenuto un risultato importante nell’ultima tornata elettorale.
Nel merito della vicenda è entrato anche il “Comitato Commissari Mense”, un gruppo organizzato di genitori che ha iniziato a vigilare sulla questione delle mense scolastiche dopo la decisione di esternalizzare la distribuzione dei pasti nelle scuole con il taglio delle cucine in loco, che ha avanzato qualche dubbio proprio su uno ‘sponsor’ del sindaco Di Girolamo: “Vogliamo proprio augurarci che il fatto che la “All Food” (un partner che ha elargito una delle somme più alte, ci3mila euro, ndr) sia una delle società che hanno finanziato la campagna elettorale del Sen. Di Girolamo, Sindaco di Terni, non inficerà le decisioni che verranno prese dall’amministrazione del suddetto Comune. La All Food attualmente gestisce le cucine in loco di diverse scuole a Terni, fornendo personale e derrate alimentari. Certo, avere la possibilità di gestire due o tre centri cottura invece che le cucine in loco delle scuole è un bel risparmio per chi vincerà l’appalto, a discapito della qualità dei cibi che verranno presentati ai nostri bambini”.
Nella giornata di oggi il Movimento 5 Stelle ha nuovamente risposto a Di Girolamo, con una lettera aperta del consigliere Thomas De Luca al primo cittadino: “Sign. Sindaco,
lei parla di sobrietà, ma con un leggero errore di traiettoria. La sobrietà che manca è nella gestione dei servizi e del patrimonio pubblico, nella gestione dei beni comuni. Ridicolo sarebbe soltanto pensare che si possa far riferimento ai rendiconti della sua campagna elettorale.
Dr. Di Girolamo lei sottovaluta l’intelligenza dei ternani. Valutare eventuali violazioni di legge è qualcosa che di certo non compete al Consiglio comunale o al Sindaco, come ho avuto modo di ribadire numerose volte nel corso della commissione sui finanziamenti, i rendiconti hanno avuto tutti l’ok da parte della corte d’appello di Perugia.
Demandare tutto alla magistratura è antipolitica e populismo giustizialista, lo avete affermato per anni e anni. Esprimere un giudizio politico è il nostro dovere di rappresentati dei cittadini.
È infatti proprio alla politica che spetta esprimere un giudizio sull’etica, sull’opportunità e sulla moralità di determinate scelte, che tradotte poi in azioni e provvedimenti normativi, devono rendere sempre più trasparente e limpida l’azione degli amministratori.
A noi ternani interessa poco o nulla dei suoi finanziatori, ciò che ci interessa veramente è la qualità dei servizi pubblici che riceviamo e che paghiamo profumatamente attraverso le tasse. Quella gestione del patrimonio pubblico e della salvaguardia dei beni comuni che invece vengono sacrificati sull’altare degli interessi di pochi. Una politica fatta dalle motoseghe e dalle proroghe decennali. No, i ternani non si interesserebbero affatto di conflitti d’interesse, fintanto che questi non influiscano direttamente nella loro vita quotidiana, perché dalle scelte degli amministratori arrivano i condizionamenti alla loro esistenza.
Ed io dico che è inopportuno che lei in qualità di rappresentante del socio unico Comune di Terni, in ASM, abbia scelto senza gara un partner privato da cui poi, successivamente, ha ricevuto finanziamenti elettorali. Non solo, ma che lo abbia fatto per partecipare ad un bando da 390 milioni di euro per 16 anni, indetto dall’ambito territoriale (ATI4) di cui lei è Presidente. Inopportuno è che lei si appresti a far parte della commissione di vigilanza per la gara della gestione delle scorie AST quando ben tre aziende che l’hanno finanziata sono le proprietarie della società pubblicizzata e sponsorizzata senza tregua da numerosi esponenti del suo partito ad ogni livello.
Ecco, lei ha affermato di essere entrato in politica grazie ad Enrico Berlinguer, forse proprio grazie alle sue parole dovrebbe anche meditare di abbandonarla, per il bene della città:
“…la questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano”
…e di quello ternano”.