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Terni, fegato e milza salvi con trattamento non operatorio della chirurgia d’urgenza

Nella struttura dipartimentale di chirurgia d’urgenza dell’Azienda ospedaliera di Terni, gestita dal dottor Valerio Mecarelli, nei traumi addominali con compromissione degli organi interni più importanti come fegato e milza viene applicato il cosiddetto Tno (trattamento non operatorio), un protocollo diagnostico terapeutico che mira ad evitare l’asportazione di tali organi (parziale per il fegato, totale per la milza), con enorme beneficio per i pazienti, soprattutto quelli più giovani, in termini di salute e qualità della vita.

Evitare l’asportazione di fegato e milza è possibile con l’ausilio di importanti metodi diagnostici quali l’ecografia con contrasto e l’angiotac, e con la collaborazione dei radiologi interventisti che riescono a chiudere i vasi sanguinanti ed evitare ai pazienti l’intervento chirurgico e tutte le complicanze immediate e a distanza che questo comporta.

In circa due anni sono stati trattati con Tno 14 pazienti con trauma epatico (6) e trauma splenico (8): monitorizzati a distanza di 15, 30, 60 e 180 giorni dall’evento traumatico il quadro clinico risultava risolto e nessuno di essi ha avuto necessità di fare ulteriori controlli.

“I casi più recenti risalgono allo scorso mese – spiega il dottor Valerio Mecarelli, che è anche delegato per l’Umbria della SICUT, la Società Italiana di Chirurgia d’urgenza e del Trauma – e riguardano due giovani pazienti, uno di 32 e uno di 42 anni, che in due diversi incidenti stradali hanno riportato una lesione della milza con emorragia di un vaso splenico e una frattura ossea ed ematoma della milza. Fino a due anni fa i due giovani avrebbero subito l’asportazione della milza, evento che espone i pazienti ad immunodepressione e a possibilità di contrarre infezioni prevalentemente polmonari, tanto è vero che dopo l’asportazione della milza i pazienti vengono sottoposti a vaccinazione antipneumococco. Ora noi cerchiamo di evitare l’asportazione di fegato e milza attraverso un trattamento conservativo basato sulla monitorizzazione”.

La struttura ternana collabora in tali protocolli con altri importanti centri di chirurgia d’urgenza a Cesena, Bologna, Roma  e Napoli. Il punto sull’efficacia di  tale protocollo applicato nei centri di riferimento verrà fatto nel convegno della S.I.C.U.T che si terrà a Roma il 14 ottobre prossimo e dove il dottor Valerio Mecarelli parlerà dell’esperienza della struttura aziendale di cui è responsabile con una relazione sulle sepsi addominali post-chirurgiche.