Enrico Melasecche (*)
L’area di Maratta, la più bella fra quelle espropriate dal Comune per assegnarla con Regolamento PAIP, commercialmente molto appetibile, ne ha viste di tutti i colori ed ancora le vicissitudini non sono terminate.
Promesse mirabolanti volte ad ingannare la pubblica opinione e giustificare una serie di deroghe inammissibili, probabili interessi e connivenze nella politica ternana ma ad oggi nulla più, se non la notizia che la società cui era stata venduta a trattativa privata, contra legem, per una indiscutibile speculazione edilizia, ha ceduto a sua volta ad altra società l’area ed i diritti che graziosamente l’amministrazione Raffaelli ma anche quella Di Girolamo le aveva concesso.
Non solo, la stessa società avrebbe “ereditato” anche l’altra grande speculazione edilizia imperniata sullo specchietto per le allodole costituito dal recupero di Villa Palma, 40.000 nuovi metri cubi di edificazione, giustificati da intenti scientifici per improbabili scoperte mirabolanti nella ricerca sul cancro ed il recupero della villa che a distanza ormai di molti anni dalla spettacolarizzazione elettorale di quella iniziativa è viceversa ancora abbandonata a se stessa nonostante che la convenzione prevedesse tempi certi su cui questo sindaco continua a chiudere prima un occhio, poi l’altro.
La stampa ci dice anche che presidente della seconda è un politico del PD, vicino notoriamente ad una corrente di quel partito, messo, sembra, per favorire i rapporti con il Comune e con il Sindaco in particolare che avrebbe dato il proprio placet. E’ noto in città per le esperienze passate nel settore delle discoteche e della “formazione dei giovani”, così amava sostenere, avendo interessi in un noto istituto d’istruzione privato dalle vicende altalenanti, settori ben diversi rispetto ad iniziative industriali, artigianali o relative alla ricerca oncologica seria.
Rimanendo per ora all’area di Maratta, siamo stati fra coloro che hanno avuto il coraggio di dire tutto ciò che c’era da dire, assolvendo ad un nostro preciso dovere. Ma mentre in Italia certi fatti costituiscono scandalo, attivano indagini della magistratura, qui a Terni quest’aria un po’ greve ed ovattata che si respira riesce ad inglobare tutto, prevale l’assuefazione, tutto passa in cavalleria e, tutt’al più, qualche caso isolato, indagato tardivamente, finisce “doverosamente”in prescrizione.
E’ stata presentata un’apposita interrogazione con risposta scritta (leggi qui) per sollecitare una risposta dal Sindaco su tutta una serie di irregolarità che stanno avvenendo, invitando il Comune a riacquisire quell’area per cederla non più in modo amicale a Tizio o a Caio, come sta avvenendo, ma ad un operatore serio, capace ed affidabile, che il Comune deve individuare e non altri, evitando frenetiche privatissime trattative, perché quell’area, sia ben chiaro, fu espropriata in base ad una legge che prevedeva obbligatoriamente percorsi, certi e trasparenti: esattamente il contrario di quello che è avvenuto e che sta avvenendo.
(*) capogruppo Udc Terni