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Terni e Piombino: rete delle città dell'acciaio – Lettera dei sindaci al presidente Anci, Del Rio

Luca Biribanti
Gianni Anselmi, sindaco di Piombino e Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni hanno scritto una lettera congiunta indirizzata al presidente nazionale dell'Anci, Graziano Del Rio, con la quale espongono il progetto di realizzare una rete italiana delle città dell'acciaio. I 2 sindaci si sono rivolti all'Anci (associazione nazionale comuni italiani) come istituzione di tramite con il governo nazionale e i poteri politici europei. Terni e Piombino sono 2 città simbolo della grande produzione industriale italiana, entrambe con una vocazione europea, ma entrambe coinvolte nella crisi economica. Considerando che l'Italia, dopo la Germania, è il paese con la maggiore produzione siderurgica dell'Europa i sindaci hanno iniziato la lettera facendo riferimento alle potenzialità del settore, che per Terni è il cuore dell'economia locale: “La siderurgia italiana si colloca, come produzione, al 2° posto nella Ue, dopo la Germania, ed anche dal punto di vista dei consumi il mercato italiano è il 2° europeo. Fornisce infatti – scrivono – la materia prima ad altri settori industriali fondamentali per il Paese: da quello automobilistico a quello ferroviario e degli elettrodomestici, dall'edilizia al cantieristico. Ora questo patrimonio, di competenze e lavoro corre il rischio di essere disperso”. Nella lettera vengono poi descritte tutte le situazioni di criticità legate all'industria italiana, con particolare riferimento al sito ternano che, nell'ambito della trattativa Outokumpu-Inoxum, dovrà vendere la Tk-Ast, così come stabilito dalla Commissione Antitrust Europea. Oltre a Terni, si parla di Taranto, Genova, Trieste, tutti i maggiori siti siderurgici nazionali che rischiano di uscire dalla competitività europea nel secondo settore più importante del paese. “Ci siamo convinti – scrivono ancora Anselmi e Di Girolamo – che per raggiungere i risultati sperati c'è bisogno di lavorare insieme, di affrontare la questione siderurgica nella sua complessità ed unitarietà. Crediamo sia la maniera migliore per spingere sia il governo italiano che quello europeo ad adottare quelle misure strutturali, ad esempio sui costi energetici, sulle compatibilità ambientali, sul grande tema delle bonifiche e del riuso delle aree dismesse, che sole possono garantire le competitività di questo settore in Italia ed In Europa”.

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