“Una città come Terni, che registra preoccupanti emergenze in fatto di inquinamento ambientale- recita una nota stampa delle associazioni ambientaliste cittadine- dovrebbe distinguersi per la tutela del creato e, più in generale, per una politica del verde pubblico tesa ad arginare tali problematiche. Eppure dobbiamo riscontrare per l’ennesima volta un taglio indiscriminato di alberi che conferma il metodo della motosega adottato dall’amministrazione comunale; una politica scellerata che, oltre ad offendere il creato, mette a repentaglio il diritto fondamentale alla salute dei cittadini. Il che va ad aggiungersi agli oltre mille alberi abbattuti negli ultimi tre anni con motivazioni ripetitive, risolute e troppo spesso discutibili. Sembra una macabra commedia in cui la vittima è continuamente il patrimonio arboreo dei cittadini. L’ultima deliberazione comunale (n. 407/2015), ad esempio, riconosce che negli anni 2014-2015 sono stati abbattuti «numerosi» alberi (in un solo anno abbiamo perso ben oltre i 600 esemplari!), tutti ritenuti – ovviamente – «pericolosi» per la pubblica incolumità e/o per fine ciclo vegetativo; in tale documento si annuncia poi l’abbattimento di altre piante lungo il tratto urbano della linea ferroviaria Terni-Sulmona, un fatto gravissimo che è avvenuto – anche a scapito della fauna che aveva nidificato proprio tra le fronde di quegli alberi – ottemperando ad una richiesta di «abbattimento/potatura» pervenuta da Ferrovie dello Stato preoccupata per la distanza troppo esigua tra i rami e i binari. Come mai nel corso di tanti lustri non si è provveduto ad una potatura costante e calibrata in modo da evitare che la loro mole potesse in qualche modo ledere la sicurezza della linea ferroviaria? La stessa deliberazione, citando la legge n. 10/2013 sul ruolo del verde pubblico nel miglioramento dell’ambiente, della salute e dell’economia – legge finora disattesa dall’amministrazione locale che usa altrettanta solerzia nel ricoprire di cemento la città – prevede la piantumazione di un numero imprecisato di alberi partendo dal centro urbano, per un totale di 300.000 euro di denaro pubblico. In tal senso ci si domanda se l’amministrazione sarà ugualmente accorta nel comunicare alle scriventi associazioni il numero delle nuove piante, il luogo di piantumazione, la tipologia e il piano di irrigazione e manutenzione lasciando che queste siano poi messe in grado di collaborare per il bene comune in linea con i propri principi. In tal senso Italia Nostra, VAS (Verdi Ambiente e Società), WWF, Pro Natura, Garden Club e la Federazione Provinciale dei Verdi si sono preoccupati da tempo di avviare un proficuo rapporto di collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici, per la stesura un protocollo d’intesa, senza ottenere però alcun riscontro in merito. Di conseguenza la maggioranza delle stesse ha inteso depositare due esposti alla Procura della Repubblica di Terni e alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Perugia nella convinzione che, il taglio incondizionato del patrimonio arboreo pubblico di un determinato territorio equivalga ad un attacco ai valori di civiltà che esso porta con sé e al danno fisico e morale della collettività che trae da esso beneficio. Forse per tale motivo sono state inevase le richieste di confronto pervenute dalle associazioni? Forse sono di second’ordine le indicazioni fornite dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico di nomina ministeriale o è meno influente l’avvio dei “corridoi ecologici” – cioè spazi di territorio naturale esistenti o creati artificialmente da salvaguardare – o molti altri problemi legati al patrimonio verde che avrebbero trattato? Là dove abbattere un albero è più facile (e monetariamente vantaggioso) che a mantenerlo – facendo appello troppo frequentemente ad una ‘presunta’ pericolosità –, il Comitato ribadisce con chiarezza che «verde pubblico, specie urbano, significa anche manutenzione» ovvero la grande assente di Terni (si pensi alle centinaia di piante rare che abbiamo perso l’estate scorsa per mancanza d’acqua). Ciò che chiediamo unitariamente e con forza quindi è l’assoluta trasparenza informativa in materia ambientale (vedasi il DL 19 agosto 2005, n.195 e successivo aggiornamento del 2010); la stesura immediata di un «Regolamento del verde pubblico»; l’ingaggio di un agronomo professionista non condizionato dalla proprietà né dalla ditta appaltatrice (con funzioni di controllo in corso d’opera); il deceppamento degli alberi già tagliati in modo da eliminare il macabro effetto di ‘foresta fossile’; l’avvio di un progetto serio – condiviso da tutti i soggetti coinvolti e non deciso unilateralmente a tavolino – delle nuove piantumazioni, in modo da garantire il sacrosanto diritto democratico di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica; arginare al massimo il rischio di abbattimento di altri alberi protetti secondo quanto prevede l’“Elenco degli alberi di rilevante e peculiare interesse dell’Umbria” (L.R. 28/2001). Chiediamo altresì che venga rispettato l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato e bambino adottato (legge n. 113/1992, modificata con la 10/2013) – a tale proposito l’assessore Bucari informi la cittadinanza sull’effettivo rispetto di tale normativa – ed infine che le verifiche sugli alberi interessati all’abbattimento siano eseguite da personale dotato di comprovate qualifiche e di appositi strumenti scientifici e che il taglio rappresenti l’extrema ratio di un processo ragionato e condiviso. Qualora tali richieste non fossero prese in considerazione saremo costretti a coinvolgere la cittadinanza in forme democratiche di protesta a difesa di quello che è e rimane un patrimonio collettivo di cui non si può davvero fare a meno e che intendiamo tramandare ai nostri figli.”
Giuseppe Cassio
Italia Nostra Terni
Pierluigi Rainone
Verdi Ambiente e Società
Amos Macinanti
WWF Terni
Rossano Fausti
Federazione Provinciale dei Verdi
Laura Chiari
Garden Club Terni