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Terni Donne, l’eroica resistenza di Kobane contro i tagliagole dell’Isis

Redazione

Terni Donne, l’eroica resistenza di Kobane contro i tagliagole dell’Isis

Incontro alla Casa Delle Donne il 7 febbraio
Mer, 04/02/2015 - 20:48

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di G.A.

Il ruolo delle donne nell’eroica resistenza di Kobane sarà il tema al centro dell’incontro previsto per sabato 7 febbraio alle ore 17.00 presso la Casa delle Donne di Terni (via L. Aminale 20/22) e a cui prenderanno parte il giornalista reporter freelance Ivan “Grozny” Compasso e l’attivista della Campagna “Rojava Calling”, Sara Montinaro.
Entrato a Kobane grazie ad un trafficante di uomini e ad alcune centinaia di dollari, Ivan “Grozny”Compasso è stato uno dei pochi giornalisti ad essere riuscito a sorpassare il filo spinato della frontiera e a raggiungere Kobane, città siriana al confine con la Turchia, simbolo indiscusso dell’eroica resistenza curda contro l’avanzata dei tagliagole dell’Isis.
Rimasto a Kobane dal 6 al 12 dicembre, il giornalista ha avuto l’opportunità di vivere a stretto contatto con i guerriglieri curdi dell’Ypg (milizie di difesa popolare) e le combattenti della formazione femminile Ypj.
Durante la sua permanenza nella città, Compasso ha realizzato un video-reportage in cui illustra le condizioni di Kobane, dove nonostante un assedio che si protrae da più di 100 giorni, vivono ancora circa 6mila civili adulti e mille bambini.
Muovendosi tra le macerie che ormai coprono tutta la città, il giornalista ha raccolto le voci dei combattenti dell’Ypg e dell’Ypj (da non confondersi con i peshmerga curdi, esercito regolare del Kurdistan iracheno).
In netta inferiorità dal punto di vista del numero di combattenti e delle armi a disposizione (le migliori sono quelle sottratte all’esercito degli uomini in nero) rispetto ai miliziani dell’Isis, i difensori di Kobane compensano il gap combattendo con grande coraggio e forza di volontà.
Asso nella manica dei guerriglieri curdi sono le donne, spesso impiegate come sniper (tiratori scelti), infatti, le combattenti terrorizzano gli uomini del sé dicente califfato islamico, convinti di vedersi precluse le porte del paradiso se venissero uccisi da una donna, ovvero da un “essere inferiore”.
L’avanzata degli uomini dell’Isis porta con sé un destino tragico per le donne, che vengono violentate quando non addirittura vendute come schiave sessuali in vere e proprie aste, come mostrano alcuni video dell’orrore ormai ampiamente diffusi sui media occidentali.
La consapevolezza di ciò ha spinto molte delle donne curde ad imbracciare le armi e a combattere, per difendere in prima persona se stesse e il proprio popolo da un futuro di schiavitù e sottomissione nelle mani degli uomini di al-Baghdadi.
Il migliore tiratore scelto di Kobane, è proprio una giovane donna di soli 19 anni che viene intervistata da Compasso nel suo video-reportage. La ragazza costituisce, tuttavia, un’eccezione, in quanto generalmente, a prescindere dal sesso, i combattenti sotto i 21 anni sono impiegati nelle retrovie, dove organizzano i pasti e fanno da staffetta.
Kobane fa parte del Rojava, regione che si è proclamata autonoma sulla base di un nuovo contratto sociale, la Carta del Rojava.
Costruita sui principi del pluralismo, della partecipazione democratica e della libertà di espressione, la Carta del Rojava rappresenta un nuovo modello di sviluppo sostenibile delle società mediorientali e pone in primo piano la centralità del ruolo della donna, dell’autodifesa e della redistribuzione della ricchezza.
Al fine di sostenere i valori della Carta del Rojava e la resistenza curda a Kobane, è nata “Rojava Calling”, campagna che mira al raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali come il sostegno umanitario per i profughi giunti in Turchia per sfuggire all’Isis, un monitoraggio informativo che permetta di avere notizie certe sulle sorti dei conflitti in corso e la messa a punto di azioni concrete che portino l’Europa a farsi carico degli oltre 3 milioni di profughi siriani giunti nel Vecchio Continente.


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