La bocciatura da parte della Corte dei Conti regionale del piano di riequilibrio finanziario dell’assessore al Bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi e il ricorso che l’amministrazione ha annunciato nei confronti dell’organo revisore, sta lasciando strascichi politici tra il sindaco Di Girolamo e il M5S.
Proprio i pentastellati, nella mattina di ieri, avevano indetto una conferenza stampa, nell’ambito della quale, hanno fatto sapere di aver “inviato nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) una diffida ad adempiere al sindaco, alla giunta, ai dirigenti, ai consiglieri comunali e al collegio dei revisori dei conti. Entro il 31 luglio il consiglio comunale deve deliberare sui 7.145.034,90 euro di debiti fuori bilancio, pronunciandosi definitivamente sul loro riconoscimento e producendo le proposte di delibera. Se non lo farà l’organo regionale di controllo dovrà nominare un commissario ad acta affinché sottoponga al consiglio la delibera di salvaguardia degli equilibri mentre il Prefetto avvia le procedure per lo scioglimento del consiglio”.
Nel pomeriggio di oggi è arrivata la replica del primo cittadino che, ancora una volta, ha accusato il M5S di prendere a pretesto le ‘disgrazie’ della città per interesse politico. “Vogliono dare una spallata all’amministrazione” – ha commentato Di Girolamo; ma questa non è poi un’azione segreta, visto che, negli ultimi tempi, più che spallate, i pentastellati hanno proprio lanciato strali contro l’amministrazione.
Entrando nel merito, Di Girolamo poi precisa: “Non risultano debiti fuori bilancio riconoscibili oltre a quelli già contenuti nel piano di riequilibrio finanziario, inseriti nello stesso, ma in attesa di essere riconosciuti dopo l’approvazione del piano stesso. In sostanza finora si è proceduto alla ricognizione dei debiti, il riconoscimento formale, che deve essere obbligatoriamente accompagnato da un’azione di ripiano, verrà successivamente esaminato dal consiglio comunale alla luce dell’azione di riequilibrio. Questa è la procedura prevista nella normativa, questa è la procedura indicata e sottoscritta dai tecnici dell’Ente a più livelli e a questa è doveroso attenersi”.
Il sindaco risponde a tono anche sulla questione delle dimissioni, chieste più volte, non solo dal M5S, ma anche da Sinistra Italiana, ad esempio. Di Girolamo precisa che, qualora il piano non dovesse andare in porto, sarebbero i cittadini a pagarne le conseguenze, con l’aumento dei costi dei servizi: “L’ossessione di porre fine a questa amministrazione non tiene in alcun conto che l’interesse della città è unico e incontrovertibile: approdare a un piano di riequilibrio dei conti dell’Ente, strumento indispensabile per evitare altre misure che porterebbero effetti pesanti sulle tasche dei cittadini. L’alternativa al Piano di riequilibrio è l’aumento delle tasse, delle tariffe, il venir meno di numerosi servizi, tagli consistenti alle retribuzioni del personale e ai pagamenti per i creditori dell’ente. Rimaniamo al governo della città esclusivamente al fine di condurre in porto il salvataggio dei conti dell’ente, mossi da questo interesse superiore, come dimostreremo facilmente una volta che sarà definito questo obiettivo. Gli interessi dei cittadini dovrebbero essere al primo posto di tutte le forze politiche. In particolare di quelle che sono nate sull’onda di un nuovo bisogno di rappresentanza dei cittadini e di quelle, come alcune componenti di sinistra che pure si sono sorprendentemente espresse in maniera negativa in questi giorni, che tradizionalmente rappresentano l’elettorato che ha meno disponibilità finanziarie, che più di ogni altro, quindi, sarebbe colpito dalla soppressione dei servizi,dall’inasprimento delle tariffe e della pressione fiscale”.
Per il Movimento Cinque Stelle ha risposto il consigliere Thomas De Luca che parla di “violenza verbale inaudita” e di un Di Girolamo “ossessionato e pericoloso”: “Di Girolamo ha una sola ossessione: scappare dalle proprie responsabilità e far pagare a tutti i ternani i debiti della sua amministrazione e di quelle precedenti. Un’ossessione che lo rende pronto a tutto, per questo più pericoloso.
La sua compagnia del dissesto pretendeva di farlo con un piano “Inattendibile, incerto, altamente improbabile, incongruo, irregolare, aleatorio”. Forse pensavano di trovare giudizi accomodanti, sorrisi e pacche sulle spalle invece hanno trovato un giudizio attendibile, certo, altamente aderente alla realtà, congruo, rispettoso delle normative giuscontabili e concreto. Ministero e Corte dei conti non si sono fatti da parte. Noi non ci siamo mai fatti da parte, a differenza di altri, e lui questo affronto no, non riesce proprio ad accettarlo.
Abbiamo aspettato fino all’ultimo giorno ripetendolo continuamente per dieci mesi «Dovete riconoscere i debiti fuori bilancio! Dovete dichiarare lo squilibrio! Dovete accertare se questi debiti sono dovuti oppure no!» ma loro ci ridevano in faccia. Ora che gli intimiamo di rispettare la legge e di salvare il Comune vogliono portarlo al commissariamento.
L’interpretazione dell’amministrazione è stata bocciata dalla Corte dei conti, il piano di riequilibrio è stato bocciata e continuare ad affermare che non esistono debiti fuori bilancio oltre a quelli del piano è un’assurdità senza alcuna attendibilità logica.
Noi gli chiediamo di rispettare la legge e lui con violenza inaudita parla di spallata? Affermazioni inaccettabili dimostrazione chiara che abbiamo colpito nel segno”.