Economia & Lavoro

Terni, crollano le imprese | Male turismo, bene commercio estero | Occupazione in ripresa

La Prefettura di Terni ha stilato un documento relativo all’economia ternana che traccia un profilo delle forze produttive fino al 30/0672017 messe in relazione con lo stesso periodo dell’anno 2016. Secondo i dati raccolti dalle istituzioni e sviluppati dall’Istat, nell’ultimo anno c’è stata una lieve ripresa dell’economia provinciale, anche se il ciclo produttivo dei mercati è ancora debole.

Come già evidenziato dal rapporto della Camera di Commercio, sono in calo le imprese, ma aumentano le importazioni e le esportazioni. Una lieve ripresa si registra anche nell’occupazione, settore in cui sono in aumento i posti di lavoro assegnati tramite l’ufficio per l’impiego. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni registra una diminuzione delle ore autorizzate, soprattutto per quanto concerne gli interventi autorizzativi di cassa in deroga, ma anche, in forma minore, per quelli attinenti alla cassa straordinaria. Con riferimento al credito, continuano a crescere i finanziamenti a favore delle imprese e delle famiglie anche se la qualità dello stesso presenta un livello di criticità crescente.

Imprese, import, export

Uno dei dati più significativi è quello relativo al crollo delle imprese che, al secondo trimestre 2017, fanno registrare una picchiata di -4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; i settori più colpiti sono il manifatturiero, le costruzioni, il commercio e le attività finanziaria e assicurative. Segno positivo invece per i settori della sanità e per i servizi di comunicazioni. Il dato è costante in tutte le sub aree della provincia si registra una calo delle attività, ma, allo stesso tempo, diminuiscono i fallimenti, il 50% in meno rispetto al 2016, dato che ha favorito le importazioni e le esportazioni, rispettivamente +16,9% e 15,9%.

I settori traino dell’import-export sono quelli metallurgico, della produzione di sostanze e prodotti chimici, mezzi di trasporto e agricoltura che hanno consentito entrate per circa 153 milioni di euro nel commercio con l’estero.

Occupazione e cassa integrazione

Gli occupati grazie al Centro per l’impiego sono +8,1% rispetto al 2016, con 16906 rapporti di lavoro avviati, percentuale che sale nella zona di Orvieto per quanto riguarda i contratti di lavoro totali formalizzati con un +9,3%. nonostante aumentino anche le cessazioni dei rapporti di lavoro, +6,6%, il saldo tra nuovi contratti e cessazioni è comunque positivo con un +2,1%.

Nel primo semestre 2017 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ammonta a quasi un milione, in calo dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Le variazioni su base annua per tipo d’intervento indicano un aumento delle ore di cassa integrazione ordinaria (+25,6 per cento) e una flessione di quelle autorizzate per la cassa straordinaria (-11,1 per cento) e, in misura più rilevante, per gli interventi in deroga (-47,1 per cento).

Nel primo semestre 2017, la Direzione territoriale del lavoro di Terni ha rilevato 87 casi di lavoro irregolare di cui il 31,0% riferiti a situazioni di sommerso. Il fenomeno del lavoro nero si manifesta in modo più contenuto nei servizi rispetto al complesso dei settori economici

Turismo

Nel corso del primo semestre 2017, secondo i dati che la Regione Umbria raccoglie nell’ambito della rilevazione Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, gli arrivi e le presenze nelle strutture ricettive della provincia sono diminuiti, rispettivamente, dell’11,1 per cento e del 13,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. La flessione della domanda turistica è prodotta sia del movimento dei clienti italiani, che hanno ridotto gli arrivi del 10,2 per cento e le presenze del 12,0 per cento, sia da quello degli stranieri (-13,0 per cento negli arrivi e -16,6 per cento nelle presenze). La contrazione del movimento provinciale interessa soprattutto i territori Amerino e Orvietano3 (Tavola 4.1). La variazione negativa dei flussi turistici dei clienti stranieri è in controtendenza rispetto a quanto verificatosi fino al 2016, quando il movimento di questa categoria di clienti costituiva la principale fonte di sostegno dell’andamento turistico della provincia.