Al termine della seconda giornata di lavori il IV congresso della Cgil provinciale di Terni ha eletto il nuovo direttivo, composto da 65 membri (26 donne), che ha poi votato per la conferma di Attilio Romanelli nel ruolo di segretario generale della Camera del Lavoro per i prossimi 4 anni di mandato. Romanelli è stato rieletto con 59 voti a favore, una scheda bianca e tre astensioni.
“In questi lunghissimi e interminabili anni della crisi abbiamo registrato trasformazioni in cui la disuguaglianza economica, sociale, politica hanno travolto le nostre comunità, rendendo una parte considerevole del paese più debole e più distante dai luoghi dove si formano le proposte e dove si assumono le decisioni”, ha detto nella sua relazione al congresso Attilio Romanelli. Un congresso arrivato al termine di un lungo percorso di confronto con il mondo del lavoro sul territorio provinciale, fatto di 314 assemblee tenute dal sindacato negli ultimi due mesi, che hanno coinvolto direttamente quasi 10mila iscritte e iscritti nella provincia.
Romanelli ha poi rilanciato le principali proposte che il sindacato, a livello provinciale e regionale, ha avanzato negli ultimi anni. Proposte come quella di una revisione del ruolo della Fondazioni Bancarie, chiamate a “rimettere nel circuito economico umbro una parte delle risorse che possiedono per sostenere e promuovere iniziative di innovazione e sviluppo”, sulla quale il sindacato chiama le istituzioni locali a pronunciarsi con chiarezza.
L'altra proposta, una battaglia che ormai la Cgil di Terni e quella regionale stanno portando avanti da diversi mesi, è quella per il riconoscimento di Terni come area di crisi complessa, viste le difficoltà che attraversano in particolare due settori strategici per il territorio: siderurgia e chimica. uno strumento che potrebbe garantire le risorse necessarie a dare vita a progetti di innovazione nel campo delle energie verdi e sulle verticalizzazioni delle produzioni siderurgiche, progetti in grado di rilanciare e rivitalizzare l'economia e l'occupazione sul territorio.
Una critica alle associazioni datoriali, giudicate colpevolmente assenti in questa fase così drammatica, l'importanza di coniugare lavoro, industria e ambiente, un rapporto stretto e attento tra formazione e sistema produttivo e, da ultimo ma non per importanza, una serrata lotta alla povertà che avanza in ampie fasce della popolazione, sono altri elementi centrali della relazione del segretario Cgil.
La seconda giornata di congresso – che ha visto intervenire decine di delegate e delegati di tutte le categorie e settori, oltre al segretario generale della Cgil dell'Umbria, Mario Bravi – è stata conclusa dall'intervento del segretario nazionale della Cgil, Vincenzo Scudiere.
“Oltre 55mila assemblee a livello nazionale, 1,7 milioni di iscritte e iscritti che hanno votato. Riusciamo ancora, in una crisi così difficile, ad avere un rapporto con le lavoratrici e i lavoratori”, ha detto il segretario nazionale che ha poi affrontato la stretta attualità, con i provvedimenti annunciati nei giorni scorsi dal governo Renzi. Bene sulla riduzione delle tasse ai lavoratori, ma male l'assenza di provvedimenti a favore dei pensionati. Bene per la tassazione delle rendite, ma male, anzi malissimo, sul nuovo “contratto unico senza tutele”, ovvero il contratto a termine senza causali per 36 mesi. “Sulle cose positive – ha detto Scudiere – il nostro compito ora è vigilare che si attuino, perché fare una grande propaganda per poi vedere che le cose non si possono realizzare, sarebbe davvero inaccettabile. Su quelle negative, metteremo in campo tutti gli sforzi necessari per contrastarle”.
