Secondo indiscrezioni, sarebbe trapelato un retroscena ‘politico’ sulla vicenda che ha visto la chiusura del Fucktory per 60 giorni. Sembrerebbe, infatti, che i gestori del locale, sarebbero stati caldamente invitati, per così dire, a iscrivere la loro associazione del “Circolo dei Club” Arci, invito gentilmente declinato, anche se insistentemente ripresentato. Se qualcuno dovesse, maliziosamente, pensare che possa esserci un collegamento tra la decisione di chiudere il Fucktory e l’invito al “circolo dei club” rifiutato, ci ha pensato la stessa Arci a togliere ogni dubbio con un comunicato stampa: “Riguardo alla chiusura del Fucktory viene citata la nostra associazione tra quelle che riceverebbero permessi facili per i propri Circoli, ostacolando tutte le realtà associative che non fanno parte della nostra rete circolistica. Ci teniamo a precisare che non abbiamo mai messo bastoni tra le ruote a nessuno e che nei nostri Circoli, spesso soggetti a controlli riguardanti anche la gestione fiscale, non risultano problemi riguardanti le strutture o rilasci di permessi ed autorizzazioni senza i dovuti accertamenti e tempi richiesti”.
Arci passa poi al discorso del circuito dei circoli: “Negli anni passati con il “Circuito dei Club” più volte ci siamo scontrati con le lungaggini burocratiche per le necessarie autorizzazioni e molto spesso abbiamo realizzato eventi di qualità con la collaborazione di locali pubblici e con soggetti associativi non legati alla nostra rete circolistica. Le associazioni affiliate all’Arci di Terni sono realtà presenti da decenni, gestite da volontari e che hanno sempre ottemperato alle richieste di adeguamenti legislativi e alla messa a norma dei propri locali”.
Le aperture: “L’Arci di Terni è disponibile ad affrontare insieme alle altre associazioni ternane e all’amministrazione comunale il tema riguardante le autorizzazioni per i locali, lo svolgimento di eventi musicali ed altro; questo per fare chiarezza in un mondo dove troppo spesso la burocrazia la fa da padrona tagliando le gambe a tutte quelle realtà associative che faticano ad avere spazi dove incontrarsi, confrontarsi e fare musica”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Partito della Rifondazione Comunista, tramite il suo segretario Lorenzo Carletti: “Al Fucktory viene comunicata una sospensione di licenza che troverà tempi di valutazione in due mesi!
Una lungaggine che consideriamo ingiustificabile, poiché assume una priorità, non solo di carattere economico, che non può essere lasciata preda delle “tempistiche d’ufficio”. È necessario che si attivi la politica, in primis gli assessorati competenti così da poter rintracciare in modo tempestivo e concordato la soluzione utile e coerente alle reciproche responsabilità di legge.
C’è bisogno in questa città di spazi aggregativi, offerte alternative, luoghi in cui la cultura giovanile possa proliferare ed essere aperta, partecipata, vissuta con l’obbiettivo di stimolare una vibrazione positiva in grado di restituire un po di armonia nella comune convivenza unita alla capacità di arricchire il vivere cittadino.
Siamo pertanto solidali con chi ostinatamente produce innovazione e valorizzazione del complesso artistico, musicale e ricreativo della nostra città”.