Categorie: Cronaca Terni

Terni, chiuso lo “Stardust” – Parla il proprietario: “Non è una soluzione. Discoteche vittime”

Luca Biribanti

Ha destato grande scalpore la chiusura da parte della Questura del locale “Stardust” di Terni, uno dei discoclub più conosciuti e frequentati della città. Il 25 novembre 2012, il 3 febbraio e il 14 febbraio si sono verificati gli episodi di violenza, sempre al di fuori del locale, che hanno indotto il questore a mettere i sigilli alla discoteca. Il locale non è certo l'unico dove a tarda sera si verificano episodi con risse e fatti di violenza; è successo decine di volte anche nella centralissima Via Fratini, quando d'estate la 'movida' ternana dà il meglio di sé, che si siano accese risse, e in questo periodo è in atto una vera e propria rivolta in Via Tre Colonne, per la presenza di un locale che attira clientela 'agitata'. Più volte la Volante è dovuta intervenire per riportare alla normalità la situazione, ma non si è mai arrivati alla chiusura dell'attività. Non bisogna neanche dimenticare il grave episodio avvenuto al Sir Williams di Narni, dove un ragazzo è stato colpito alla testa da una bottigliata e finito in coma.
Gli episodi che si sono verificati allo “Stardust” sono soltanto l'esempio di quello che avviene in quasi tutti gli altri locali notturni, sintomo forse che il problema non è del posto, ma di chi lo frequenta. La sensazione è condivisa anche dall'imprenditore ternano Matteo Picotti, 30 anni, proprietario dello Stardust, che TO® ha raggiunti telefonicamente per capire come si possa evitare che una serata di divertimento possa trasformarsi in una notte di paura: “Purtroppo la colpa è ricaduta sul locale – ci ha detto Matteo – per questi 3 episodi che sono successi all'esterno, sulla strada. All'interno della discoteca, che è anche piccola, c'è un servizio di sicurezza di 6 persone che garantisce la tutela dei clienti. Appena ci si rende conto di clienti molesti, questi vengono immediatamente allontanati. Se poi all'esterno hanno questi comportamenti la colpa non può essere del locale”.
Cosa può fare il locale per evitare un certo tipo di clientela?
Se arrivano persone 'conosciute' che in passato hanno già creato problemi con comportamenti non idonei non le facciamo entrare. Ma il locale è pubblico e tutti possono accedere.
Il consumo eccessivo di alcol può essere una delle cause di questi episodi di violenza?
Non credo, visto che una consumazione costa circa 7 euro. Con la crisi e gli stipendi che ci sono, sono veramente pochi quelli che prendono più di 2 consumazioni nell'arco della serata. Dai conti che abbiamo fatto risulta che in media i clienti prendono la consumazione inclusa nell'ingresso e solo la metà un'altra. Inoltre cerco di prevenire episodi spiacevoli legati all'abuso di alcol con un servizio navetta che permette ai clienti di tornare a casa senza dover utilizzare mezzi di trasporto propri.
Allora dove è il problema?
Credo 'la discoteca' sia alla fine vittima di un problema molto più ampio della società. Purtroppo i fatti di cronaca nera riguardano sempre le stesse persone, che di solito non sono italiane. Il locale è soltanto lo sfogo finale di una situazione che è satura a livello sociale. La soluzione, a mio avviso, non è quella di chiudere i locali, tanto se uno è teppista lo è anche da un'altra parte, basta spostarsi. Piuttosto sarebbe opportuno evitare che certe persone possano andare in giro impunite.

© Riproduzione riservata