La Tozzi Holding chiude il termovalorizzatore di Maratta; la notizia riportata nell’edizione cartacea del Messaggero di oggi, è salutata con giudizio positivo da cittadini e politica. Secondo quanto riferito dal quotidiano, l’azienda dovrebbe provvedere allo smantellamento dello stabilimento in circa un anno di tempo.
“Una vittoria senza precedenti dei cittadini ternani – commentano i vertici locali del M5S – La notizia della chiusura e il futuro smantellamento dell’inceneritore Terni Biomassa che riportano alcuni organi di stampa questa mattina è solo un tassello di una lunga guerra che combattiamo da anni per il nostro diritto alla salute e al lavoro, per uno sviluppo che guarda al futuro e alla sostenibilità ambientale. È di sicuro il frutto dell’impegno e della determinazione di uomini e donne che si sono uniti senza simboli di partito attorno alle bandiere del comitato No Inceneritori Terni che per anni è stato un punto di riferimento per la città e per coloro che hanno deciso di alzare la testa contro chi stava tristemente svendendo i loro diritti. La dimostrazione plastica che di fronte all’impegno civile portato avanti con passione e sacrificio anche i più beceri interessi privatistici e di lobby sono costretti ad arretrare. A queste persone va il nostro ringraziamento oggi, a tutti quelli che in questi anni hanno saputo riporre ideologia e credo politico per stringersi intorno ad una battaglia di civiltà”.
Esulta anche il Movimento No Inceneritori: “Tanti anni di battaglie quotidiane hanno prodotto questo primo risultato storico. Siamo riusciti a far comprendere che Terni sa opporsi a chi considera e ha considerato la nostra conca come un territorio dove tutto è possibile. Le scelte scellerate fatte dalla politica in modo trasversale, di autorizzare a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 due inceneritori, oltre a quello allora già esistente di Asm, avevano indubbiamente ridotto Terni a ciò che oggi è. Un’ area fortemente inquinata con pesanti ricadute in termini di salute pubblica. La città sta pagando ancora con i propri corpi queste scelte dettate solo dalla volontà della politica di dare spazio ai vari piccoli e grandi potentati cittadini. Da Agarini ai soci privati di Isrim, tutti con sponsor politici di cui sappiamo nomi e cognomi. Tozzi se ne va perché ha trovato invece una città combattiva e determinata, un ambiente non più favorevole a business impattante. Un movimento che ha obbligato politica, Usl e Arpa a svolgere la loro azione di tutela verso i cittadini. Cosa che è stata fatta, a volte in modo molto subdolo, come quando l’allora sindaco Di Girolamo espresse un finto parere negativo proprio in merito all’autorizzazione dell’inceneritore in questione. Noi andiamo avanti. Dobbiamo spegnere l’altro inceneritore e obbligare gli altri produttori di rischio a ridurre fortemente le emissioni nocive e climalteranti. La conca dovrà diventare un ecodistretto”.
Francesco Filipponi del Pd: “Rivendichiamo con forza la partecipazione a quella che consideriamo una vittoria ai fini ambientali per la nostra città, ovvero il definitivo spegnimento di uno dei due inceneritori. Ricordiamo per l’appunto la scelta fatta dall’amministrazione di centrosinistra nel maggio del 2016 di sospendere l’attività dell’impianto visto anche il rapporto dei carabinieri del Noe di Perugia e dell’Arpa che certificava una serie di irregolarità rispetto al Testo unico ambientale, riguardanti procedure di scarico nel fiume Nera, tonnellaggi non rispettati per lo smaltimento dei materiali trattati ed emissioni in atmosfera non a norma. Il nostro lavoro continuerà per ribadire la contrarietà alla permanenza in città anche dell’altro impianto di incenerimento. Ringraziamo infine tutti coloro, che negli anni hanno condotto questa battaglia per l’ambiente cittadino”.
Il presidente del consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti: “Nel 2015 mi sono fortemente adoperato come capogruppo di Forza Italia al fine di ottenere la chiusura dell’inceneritore di Terni Biomassa, dopo alcuni mesi e adeguamenti il privato richiese il rilascio delle licenze che regione e comune autorizzarono. Leggere che chi lo fece riaprire, oggi si assume meriti è stucchevole anzi comico. Mi preme invece stigmatizzare come la forte sensibilità delle attuali amministrazioni regionali e comunali (di diverso colore politico) alle questioni ambientali abbia contributo ad arrivare alla chiusura definitiva, con conseguente dismissione dell’impianto”.