Terni

Terni, centro infanzia trascurato e senza giardino | I genitori protestano

Niente giardino per i bambini che frequentano il Centro infanzia Valnerina “Gisa Giani” di Collestatte ed i genitori insorgono. Lamentando anche scelte, da parte dell’amministrazione comunale di Terni, ritenute sbagliate, penalizzando la struttura che invece è un vero e proprio fiore all’occhiello del territorio.

Il Centro Infanzia Valnerina ‘Gisa Giani’ a Collestatte – spiegano i rappresentanti dei genitori – è da sempre esempio delle peculiarità che contraddistinguono le scuole dell’infanzia comunali, con un’offerta educativa e didattica di alta qualità, mantenuta nel tempo ricalcando fedelmente quelli che erano gli obiettivi che ne determinarono la nascita, proprio nelle zone periferiche della città: forse mai quelle ragioni, negli anni, sono tornate ad essere prepotentemente attuali come ora. I genitori del territorio della Valnerina circostante la frazione di Collestatte hanno potuto conoscere, col tempo, quali vantaggi comportasse per il proprio figlio la scelta di una scuola dell’infanzia che, oltre all’innegabile valore educativo-didattico, vanta tra le sue principali caratteristiche anche un ambiente familiare  e soprattutto sano e salutare, essendo collocata in un paese facilmente raggiungibile, ma ben lontano dallo smog di Terni.

Si è costretti attualmente, invece, a constatare – lamentano le famiglie – che ancora una volta si trascura un servizio che, oltre a costituire  un presidio, rappresenta un autentico ‘gioiello’ territoriale, omettendo di salvaguardarne il corretto funzionamento con una manutenzione parziale e non coordinata, persino assente per alcuni spazi. Nel corso degli ultimi anni, più volte ci siamo trovati a reclamare interventi a garanzia di una corretta e proporzionata fruizione degli spazi dell’edificio, tale da disporre a pieno l’utilizzo  dei luoghi idonei alla didattica, alla refezione e al gioco.

Facciamo un breve excursus. Circa 7 anni fa  l’Amministrazione comunale decise di sospendere il funzionamento della Sezione Ponte per bambini dai 20 ai 36 mesi, perché durante lo svolgimento dell’anno scolastico erano venute meno, per cause di forza maggiore, alcune iscrizioni presenti al momento della sua attivazione. Riteniamo opportuno ricordare, con dati alla mano, che a fronte di alcuni anni dove si era avuto un calo di iscrizioni, senza mai scendere però sotto il numero minimo (previsto dal MIUR), si sono susseguiti molteplici anni contraddistinti da un numero elevato di iscrizioni.

Negli anni successivi la Sezione Ponte, pur se formalmente solo “sospesa”, è di fatto scomparsa dai moduli di iscrizione, facendo sì che venisse meno anche la possibilità di decidere se attivarla o meno, in base alle iscrizioni, di anno in anno. La sospensione della Sezione Ponte e la sua, di fatto, successiva soppressione  ha dato inizio ad una lunga odissea  che la scuola ha dovuto affrontare rispetto all’utilizzo dei propri spazi.

Nel 2012, senza che venisse fornita ai genitori alcuna fondata motivazione, l’Amministrazione comunale decise di chiudere il piano superiore dell’edificio, utilizzato come refettorio, scelta  che si è poi rivelata essere esclusivamente frutto di mancata volontà di eseguire i minimi interventi che erano stati indicati a seguito del sopralluogo antincendio.

Dopo breve tempo anche l’aula al piano terra, provvisoriamente destinata a refettorio, fu sottratta alla scuola e quindi ai bambini e alle bambine che la frequentano, per trasferirvi l’ufficio della Delegazione Anagrafe, mentre le stanze adiacenti al giardino, nelle quali venivano svolti laboratori pomeridiani rivolti anche a bambini delle elementari, vennero  state adibite ad ambulatori medici.  Pur comprendendo a pieno l’esigenza di continuare ad offrire un servizio essenziale alla nostra comunità, ci auguriamo che il trasferimento degli ambulatori presso una sede più idonea non venga ulteriormente procrastinato, come i precedenti analoghi ci portano a sospettare. Infatti dopo un’attesa di alcuni anni, solo grazie alla caparbietà dei genitori e all’intermediazione della 1° Commissione consiliare di Terni, a seguito di sopralluogo, si è potuto intimare ed ottenere l’esecuzione degli interventi necessari per la riapertura del piano superiore.

Riguardo a quella che una volta era l’aula della Sezione Ponte, poi utilizzata come refettorio e infine come ufficio della Delegazione Anagrafe, ora chiuso, ci troviamo ancora una volta costretti a ribadire la necessità immediata di sgombero. Tale stanza infatti, cosa di non poco conto, funge da punto di raccolta per le emergenze prima dell’evacuazione, dovrebbero sostarvi 25 bambini, 2 insegnanti e 3 ausiliare: le numerose sollecitazioni a rimuovere il mobilio presente nella stanza (che è facile immaginare quali difficoltà potrebbe causare), inviate agli uffici dei Dipartimenti competenti (Servizi Educativi e LL.PP.) ai relativi Dirigenti ed Assessori ad oggi non hanno avuto alcun esito.

Intanto, con la bella stagione che si avvicina, ci domandiamo con quale coraggio si vorrà negare, per il secondo anno consecutivo, la possibilità di usufruire di uno spazio di gioco all’aperto, adeguato, idoneo e sicuro per i bambini della scuola “Gisa Giani”. Appare persino superfluo sottolineare che l’attività all’aperto, non solo ludica, ma anche didattica, è di fondamentale importanza ai fini del potenziamento dello sviluppo socio-educativo, legato all’attività scolastica. 2.400 euro: è questa la cifra che a novembre 2015 era stata preventivata per l’adeguamento della pavimentazione del giardino della scuola; come è possibile che l’Amministrazione non riesca a far fronte ad una spesa così irrisoria? Cosa si sta aspettando? E’ forse troppo caro il prezzo di uno sgombero e della pavimentazione di un giardino, rispetto alla gioia e alla sicurezza di 25 bambini?

Il 31/01/2017, non avendo ricevuto alcuna risposta alla richiesta di incontro urgente, recapitata ai Dirigenti dei Servizi Educativi e dei LL.PP. del Comune di Terni, abbiamo inviato richiesta di audizione presso la 1° Commissione: ci auguriamo che la stessa possa, quanto prima, fornirci l’opportunità di esporre le nostre richieste e ricordarsi come, già più di un anno fa, si fosse presa l’impegno di risolvere il problema”.

(foto di archivio)