Luca Biribanti
“Volevamo fare solo uno scherzo”, così si sono giustificati i 'bulletti' dell'oratorio di San Francesco che avevano preso di mira 2 14enni.
I fatti risalgono alla fine di maggio, i 2 ragazzini stavano aspettando i propri genitori per rientrare a casa proprio all'oratorio del centro cittadino, quando davanti al garage del parcheggio coperto hanno notato un gruppo di ragazzi intenti a cercare qualcosa in terra. Il 'capo-banda', accortosi che i 2 14enni li stavano osservando ha iniziato a prenderli a parolacce e ha richiamato la 'banda' per affrontare i 2 malcapitati. Nel frattempo era arrivato il padre di uno dei due a riprendere il figlio, mentre l'atro è rimasto in balia dei bulli. È iniziato un minaccioso interrogatorio sull'identità del ragazzo che era andato via: numero di cellulare, scuola frequentata, sport praticato. L'amico ha risposto impaurito alle domande, ma si era rifiutato di dare il numero di cellulare, è allora che il gruppetto è entrato in azione, sottraendo con la forza il cellulare al povero 14enne. Dopo aver preso il suo numero e quello dell'amico, avendo visto il giovane molto scosso, i 3 hanno deciso di lasciarlo in pace minacciando di presentarsi insieme all'altro ai giardini de “La Passeggiata” il sabato successivo per un 'chiarimento'.
I 14enni, impauriti non si sono presentati al regolamento di conti, ma hanno riferito ai genitori quanto accaduto. Subito le famiglie delle piccole vittime decidono di affidare il caso alla Polizia, facendo vedere agli agenti telefonate, sms, scritte sui social con cui la banda terrorizzava i figli.
Tra questi messaggi, uno conteneva un nuovo appuntamento, al quale una pattuglia della Mobile pianifica di andare per mettere fine all'incubo dei 2 ragazzini, ma all'appuntamento la banda non si presenta.
“Prima o poi vi gonfieremo”, così continuavano le minacce ai 2 sui social network e gli agenti della Mobile hanno continuato le indagini sentendo altri ragazzi che risultavano presenti al momento del fatto: i minori, sentiti dagli agenti, hanno sostanzialmente confermato la versione dei 14enni, aggiungendo però che il gruppetto stava cercando un mazzo di chiavi caduto in terra e che avevano deciso di fare uno scherzo spaventando i 2.
A quel punti gli agenti sono stati in grado di identificare i 3 ragazzi autori delle minacce: 2 italiani di 16 e 21 anni e uno straniero di 17 anni, tutti denunciati per violenza privata.
Nonostante le denunce le minacce sono continuate. Nel mese di giugno i 3 danno un ulteriore appuntamento ai 2 ragazzini per un chiarimento all'oratorio. Questa volta il chiarimento avviene, e all'appuntamento si presenta il 14enne ritenuto responsabile dell'affronto (di averli spiati mentre cercavano qualcosa in terra) alla presenza nascosta del padre del ragazzo e degli agenti.
I ragazzi iniziano a parlare pacificamente, ma quando inizia a piovere si spostano in un locale coperto. A quel punto spuntano una decina di ragazzi che con atteggiamento minaccioso iniziano a spintonare il 14enne.
Il padre, che da fuori vede tutto, chiama subito gli agenti che intervengono a calmare gli animi, identificano tutto il gruppo, nel quale ritrovano anche gli altri due denunciati in precedenza. “Era uno scherzo”, continuano a dire i tre, ma nessuno ci ha più creduto.
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