Lo avevano promesso e hanno mantenuto la parola, i membri del Cosec, sono intervenuti durante il consiglio comunale di oggi per portare alla luce le criticità che a loro parere ancora esistono sull’affidamento del servizio di refezione scolastica nelle scuole comunali.
Uno striscione è stato esposto per pochi secondi, subito fatto togliere dal presidente del consiglio Giuseppe Mascio con l’intervento della Polizia Municipale, che ha invitato i manifestanti ad abbassare il telo sul quale era scritto: “15.000.000 di buoni motivi per rompervi le uova nel paniere”.
Il riferimento della cifra è alla presunta base d’asta di uno agli appalti legati alla refezione che sarebbe finito sotto la lenti degli investigatori di “Operazione Spada”.
I dubbi del Comitato sono concentrati sui reali costi del servizio mensa per il Comune, dati che secondo il Cosec non sarebbero ancora disponibili, e sui debiti fuori bilancio della refezione scolastica.
“Potevamo aspettarci di tutto, ma non che un servizio dedicato ai più piccoli fosse trattato come merce di scambio. Nonostante le gravi affermazioni portate alla luce dal lavoro degli inquirenti – sostiene il Cosec – Sindaco, Giunta e relativa Dirigente non paiono interessarsi della cosa.
La cosa che più ci sorprende è come, ad oggi, non sia stata fornita alcuna indicazione su chi si occuperà della fornitura delle derrate alimentari per i nidi e le scuole materne, ove esiste la refezione a gestione diretta da parte del Comune.
Perché non è stata fatta alcuna menzione delle forniture dirette in scadenza al 15 dicembre, come da Delibera n.37 del 16-3-16, all’interno di una proroga che molto realisticamente avrà termine alla scadenza dell’anno scolastico?
Dobbiamo forse aspettarci un affidamento diretto da parte della Dirigente del Dipartimento, magari proprio a vantaggio della stessa All Foods, come già accaduto per la fornitura del pane?
Il nostro sospetto – prosegue il comitato – è che si voglia assegnare l’ennesimo regalo di scambio, sancendo in anticipo la morte della gestione diretta: se così fosse, non si starà allora prorogando il sistema attuale, ma si starà mettendo in atto parte di quello stesso capitolato, ad oggi sotto osservazione dell’A.N.A.C.
Del resto è un anno ormai che assistiamo e costantemente denunciamo le opacità nella gestione di otto anni di servizio e nella relativa procedura di rinnovo: nessuno di noi ha scordato la pantomima partecipativa messa in atto dall’amministrazione, allo scopo di silenziare una protesta nata dalla volontà, è bene ricordarlo, di creare un unico centro di cottura che servisse pasti trasportati a tutte le scuole del ternano.
Ci è sempre stato detto, senza documenti che lo dimostrassero, che la gestione diretta comunale era troppo costosa per le casse dell’amministrazione, ma i costi dove sono? Ad oggi, possiamo dire che il costo superiore ai 10 € a pasto, che veniva attribuito a tale servizio, era ancora una volta sinonimo di mala amministrazione di un servizio pubblico.
Un euro per ogni bottiglia d’acqua fornita – concludono – 6,49 € al kg per l’aglio e più di 8 € per un kg di burro: sono questi alcuni dei prezzi “all’ingrosso” che il comune paga per l’approvvigionamento delle derrate alimentari destinate alle scuole a gestione diretta; un vero e proprio salasso che aumenta i nostri sospetti.
E che dire dei bollettini pagati dai genitori? Nonostante sia emerso un introito di più di 1.400.000,00 € per il solo anno del 2015, ad oggi il Comune si appresta a sancire un debito fuori bilancio verso la stessa All Foods, relativo a tale anno, dell’entità di 1.523.151,55 €; che fine hanno fatto i nostri soldi?”.