Riccardo Foglietta
“Nella zona industriale di Arrone stanno costruendo una centrale a biomassa che brucierà olio vegetale; abito in questo paese da qualche tempo ma ne sono venuto a conoscenza solamente dieci giorni fa, nonostante l’autorizzazione per la realizzazione di tale centrale sia stata rilasciata nel settembre del 2011. La cosa mi ha sconcertato e per questo ho deciso di organizzare questo incontro.” Con queste parole Pasquale, un cittadino di Arrone, ha introdotto l’incontro che si è svolto ieri sera nel tetro comunale del suo paese e che ha visto la partecipazione non solo dei numerosi cittadini presenti, che hanno riempito la sala, ma anche del loro primo cittadino Loreto Fioretti, al suo secondo mandato consecutivo. Ancora una volta, in Umbria, si parla di centrale a biomassa e, come nel caso di Avigliano Umbro, ancora una volta si palesa in maniera grave ed inquietante la mancata informazione dei cittadini ad opera delle amministrazioni locali e degli organi competenti, mancata informazione che prevedibilmente ha generato rabbia e sgomento nel pubblico presente. Se, infatti, la prima parte dell’incontro ha visto tale pubblico ascoltare in silenzio le nozioni, di carattere scientifico e divulgativo, condivise dal Dott. Giovanni Vantaggi dell’associzione Medici per l’Ambiente e dal prof. Roberto Pellegrino, biologo presso l’Università di Perugia, la seconda parte è stata caratterizzata dagli interventi di alcuni dei cittadini presenti, che hanno apertamente manifestato la propria indignazione insieme all’intenzione di opporsi, in ogni modo possibile, alla realizzazione di tale centrale. Vantaggi e Pellegrino, in particolare, oltre ai possibili danni per la salute derivanti dalle emissioni di un impianto come quello che dovrebbe sorgere ad Arrone hanno evidenziato le problematiche inerenti i limiti, stabiliti per legge, di tali emissioni. Quattro le perplessità di ordine maggiore: la difficoltà nel rilevare in maniera corretta le polveri sottili; la standardizzazione dei limiti di emissione prendendo come campione un organismo adulto, parametro che tralascia nel campionamento dei possibili effetti i bambini e gli embrioni; la provenienza e la qualità degli oli che dovrebbero alimentare la centrale in questione; gli ingenti costi che la centrale comporterebbe per l’ambiente, per la salute e per l’economia della collettività. Il Sindaco Fioretti, chiamato a rispondere del perché la cittadinanza non sia stata preventivamente informata della delibera con cui la Provincia di Terni ha autorizzato, nel settembre del 2011, la realizzazione dell’impianto di Arrone, ha risposto: “La centrale sorgerà fuori del Parco fluviale del Nera (area protetta n.d.r.) e rispetterà tutti i limiti stabiliti per legge; io stesso abito in prossimità dell’impianto in questione. In ogni caso verrà indetto un consiglio comunale straordinario per discutere della cosa.” Tali rassicurazioni non sono però bastate a calmare i cittadini, che hanno continuato a protestare e che hanno potuto scorgere un barlume di speranza soltanto nelle parole dell’avv. Valeria Passeri: “Non siete i primi, in Umbria, a vivere una situazione di questo tipo; ho già offerto la mia collaborazione ai cittadini di altri Comuni della Regione che versano in analoghe condizioni. Le istituzioni hanno il dovere di informare i cittadini in merito alla realizzazione di impianti che incidono sulla salute e sull’economia di una collettività, ed in questo caso specifico non risulta che il proponente abbia informato i cittadini della presentazione del progetto né che la Provincia di Terni ed il Comune di Arrone abbiano adempiuto a tale dovere. Il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale n.d.r.) dell’Abruzzo ed il TAR della Toscana, inoltre, hanno stabilito che la tutela della biodiversità deve prevalere sulla produzione energetica. Vi invito – ha concluso – a creare un comitato locale, affinché esista un soggetto giuridico territoriale che abbia la possibilità di fare avviare i dovuti accertamenti.”
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