18 anni di carcere complessivi per corruzione di minore, violenza sessuale aggravata (capo d’imputazione contestato soltanto all’uomo) e maltrattamenti nei confronti di un minore di 7 anni. E’ la sentenza emessa ieri dal Tribunale di Terni nei confronti di una coppia di conviventi di origini romene, lui 34 anni, lei 29 (il bimbo, ora affidato ai nonni, è il figlio naturale della donna). L’uomo è stato condannato a 10 anni, la donna a 8.
I due erano stati arrestati nel 2016, nell’ambito dell’operazione di Polizia denominata “Angelo”, coordinata dal Procuratore Capo Alberto Liguori e dal Sostituto Elisabetta Massini, dopo accurate indagini che si erano avvalse anche dell’installazione di una telecamera nella ‘casa degli orrori’
Quadro raccapricciante
Gli inquirenti si erano trovati davanti a fatti agghiaccianti. Il bimbo sarebbe stato costretto a umiliazioni e abusi di ogni sorta. Sarebbe stato obbligato ad assistere a rapporti sessuali della madre che si prostituiva in casa. Ma avrebbe anche assistito a violente liti tra i due conviventi che in un’occasione si sono affrontati anche brandendo coltelli.
Secondo quanto era stato ricostruito dagli inquirenti – e poi avallato dai giudici in primo grado – la coppia impediva al piccolo di frequentare la scuola e veniva costretto a stare in casa dove era sottoposto alle più basse umiliazioni. Veniva esposto nudo fuori dalla porta di casa, costretto a restare in ginocchio o in piedi, picchiato a mani nude, con corde e cavi elettrici.