Terni

Terni, Bandecchi firma ‘Ordinanza Movida’: stretta su musica e spettacoli

“Garantire la vivibilità urbana quale interesse collettivo, nonché la salvaguardia del bene primario rappresentato dal diritto all’integrità psicofisica dei cittadini, oggetto di potenziali lesioni derivanti da un eccessivo ed indiscriminato inquinamento acustico”, “oggettiva necessità di un adeguato equilibrio tra la fruizione delle varie categorie di utenti e la tutela dei residenti nelle aree urbane, ove i locali o esercizi sono ubicati”, “rendendo operativa la disciplina già vigente in materia di inquinamento acustico, nonché prevedendo una specifica attività di vigilanza dei gestori sui comportamenti degli avventori”, queste, in sostanza, le motivazioni dell’ordinanza firmata dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, per la disciplina della movida ternana. Ma anche la “tutela della vivibilità urbana e l’orientamento per la sicurezza”, pena “sanzioni idonee ad assicurarne l’osservanza e, cioè, sino alle più energiche misure della sospensione dell’attività e della revoca delle concessioni, allorché i comportamenti illegittimi siano realizzati su aree o spazi pubblici e/o reiterati nonostante pregressi provvedimenti sanzionatori ovunque perpetrati”.

Ordinanza movida, musica e dj set

“Nei locali degli esercizi pubblici, dei circoli privati e loro pertinenze, il funzionamento di apparecchi radio, lettori CD, televisivi, juke-box, utilizzati per diffondere musica soffusa, funzionale unicamente ad allietare e rendere meno monotona la permanenza del pubblico nel locale, è consentito nei seguenti orari: – al chiuso dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 24.00; – all’aperto dalle ore 17.00 alle ore 24.00, ad eccezione degli apparecchi televisivi che potranno funzionare fino all’ora di chiusura dell’attività, a condizione che non siano utilizzati allo scopo di diffondere musica. 2. Il funzionamento degli apparecchi non soggetti a specifica autorizzazione di cui al presente articolo, dovrà avvenire senza l’apprestamento di elementi atti a trasformare l’esercizio in locale di spettacolo o trattenimento pubblico, senza il pagamento di biglietto di ingresso o di aumento nei costi delle consumazioni e senza la pubblicizzazione dell’attività musicale, in qualunque modalità effettuata. Per tali elementi l’esercente dovrà munirsi di licenza di cui agli art. 68 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con R.D. 18/06/1931, n. 773 e successive modificazioni ed integrazioni. 3. I negozi ed i centri commerciali che diffondono musica durante gli orari di apertura al pubblico devono mantenere all’interno un livello sonoro non disturbante e devono evitare che la musica sia percepita all’esterno” – è il testo uno degli articoli contenuti nell’ordinanza, consultabile integralmente qui.

Le sanzioni

1. Fatte salve specifiche disposizioni di legge, chiunque viola le prescrizioni della presente Ordinanza è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma: – da € 50,00 a € 150,00 per i pubblici esercizi che reclamizzano, in qualunque modalità, le attività musicali di cui agli articoli 1 e 2, non soggette ad autorizzazione; – da € 80,00 a € 480,00 per tutte le altre violazioni. 2. L’Autorità comunale competente può procedere alla riduzione dell’orario di apertura del locale o della durata della manifestazione, nonché alla revoca della concessione per l’occupazione di spazi e aree pubbliche allorché la violazione venga accertata in dette aree di occupazione. 3. Nel caso venga accertata la reiterazione, nell’arco di centottanta giorni, del mancato rispetto degli orari previsti dalla presente Ordinanza, l’Amministrazione comunale dispone la chiusura del pubblico esercizio nel primo fine settimana utile, dal venerdì alla domenica compresi, successivo alla notificazione del verbale. Nel caso di accertamento di tre reiterazioni della violazione nell’arco di temporale di 180 giorni, la sospensione sarà fino a 15 giorni.

Le critiche del M5S

Sull’ordinanza movida ha scatenato la reazione del M5S che, tramite una nota – critica la decisione del sindaco Bandecchi.

Un sindaco che non vive a Terni, forse, ha oggettive difficoltà a comprendere che se il centro della città non è ancora finito del tutto in mano a sbandati e spacciatori, è anche merito di quelle attività commerciali che riescono a tenere vive e illuminate le vie. Eppure, ogni volta che le amministrazioni comunali si approcciano a questo settore lo fanno sempre in ottica coercitiva e sanzionatoria. Non fa eccezione la giunta Bandecchi che, in attesa di scrivere un nuovo regolamento, ci tiene ad inasprire le sanzioni per quelle attività che oltre a pagare tasse tra le più alte d’Italia e subire furti a raffica in una città allo sbando, devono pure temere di vedersi chiudere il locale per qualche decibel di musica in più o per non aver guardato l’orologio sforando di pochi minuti le attività. L’ultima ordinanza firmata dal sindaco Bandecchi, infatti, amplia le sanzioni fino ad arrivare alla chiusura del locale in caso di reiterazione della violazione. Le nuove regole del sindaco-imprenditore, stessi orari ma multe più salate, paradossalmente penalizzano proprio gli imprenditori della movida. È arrivato il momento che l’amministrazione comunale inizi a relazionarsi con i gestori dei locali in modo collaborativo e ponendosi come strumento di sostegno alle iniziative di chi faticosamente cerca di tenere viva questa città. Quelle persone che hanno ancora il coraggio di fare impresa nonostante a Terni persistano ancora gli interventi spot e l’assenza strutturale di politiche mirate verso il commercio che non viene compensata da eventi e flussi turistici costanti. Per questo riteniamo che l’atteggiamento della giunta Bandecchi nei confronti degli imprenditori del settore non sia rispettoso di chi faticosamente paga tasse salatissime nella più totale assenza di servizi. Un atteggiamento che non esitiamo a definire vessatorio e che rischia solo di avvelenare il clima e il conflitto atavico che si consuma tra residenti e attività commerciali. L’amministrazione ha il dovere in primis di porsi a mediazione tra le varie esigenze della città, con spirito di servizio per scongiurare l’ulteriore impoverimento del tessuto economico, altrimenti le uniche insegne che continueranno a prosperare saranno quelle dei distributori automatici in strade desolate. Non vogliamo che dalla movida si passi in fretta alla mala vida.

Gruppo territoriale M5S