Nel pomeriggio di ieri il consiglio ha approvato, con 18 voti favorevoli e 11 contrari, il Piano economico finanziario della gestione integrata dei rifiuti urbani e di determinazione della tassa sui rifiuti – Tari per il 2019. Con 17 voti sono stati respinti gli emendamenti presentati dal M5s, dal Pd, dal consigliere Emanuele Fiorini.
Una atto politico che ha acceso il dibattito in aula tra maggioranza e opposizione su varie questioni, a iniziare dalla destinazione dei 500mila euro derivanti dalla differenza dei costi dell’Auri (circa 20milioni di euro) rispetto al 2018. Per la maggioranza il ‘tesoretto’ andrebbe a coprire un fondo a garanzia dei rischi derivanti da crediti inesigibili, mentre per Il M5S dovrebbe essere di supporto alle piccole attività e ai commercianti del centro storico e in generale per la piccola distribuzione.
In sostanza, vista la necessità di costituire un fondo a garanzia dei rischi derivanti dai crediti inesigibili e di tamponare l’aumento dell’evasione (arrivata a circa 7milioni), la proposta di determinazione della Tari per il 2019 prevede che siano confermate, sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche, le tariffe approvate per il 2018 con delibera del Commissario Straordinario e che il tributo sia ripartito in due rate. La prima rata, in acconto, avrà scadenza il 15 luglio, mentre la seconda, a saldo, scadrà il 15 ottobre. Le rate saranno precedute da due avvisi di pagamento che verranno emessi il 20 giugno e il 15 settembre. I solleciti dovranno essere inviati da Asm entro e non oltre il 28 febbraio 2020, rendicontando al comune entro il mese di aprile lo stato delle notifiche.
“La determinazione della tariffa – ha spiegato il sindaco Leonardo Latini – è stata fatta sulla base di un piano finanziario che prevede una riduzione dei costi di 500 mila euro. La proposta è di lasciare invariato il livello di tassazione per destinare questa minor spesa al fondo per la copertura dei rischi legati ai crediti inesigibili, anche perché ridistribuirli spalmandoli tra tutte le utenze avrebbe poco senso in quanto si tratterebbe di pochi centesimi di euro. Un altro importante risvolto della delibera consiste nei tempi assegnati all’Asm per il recupero nel caso di insoluto. Fino ad oggi i tempi di emissione degli avvisi erano incerti, ora si stabilisce che entro il 28 febbraio l’Asm deve inviare gli avvisi ed entro aprile relazionare al comune circa gli esiti. In questo modo aumenta la possibilità di riscossione da parte dell’Ente, una criticità che ha storicamente afflitto il comune di Terni. Sostanzialmente è stata integrata una carenza del contratto di servizio. Noi ci dobbiamo occupare dell’evasione 2018, il pregresso è competenza dell’Osl. Sul 2018 abbiamo dati parziali che attestano una percentuale di evasione del 33% che corrisponde a 7 milioni di euro, un milione in più rispetto al passato, ecco il perché di questa delibera che va nella direzione di accorciare il lasso di tempo tra riaccertamento dell’insoluto e tutto ciò che ne consegue. Un obiettivo ulteriore è quello di giungere ad un regolamento propedeutico al passaggio alla tariffa puntuale che sarebbe un altro strumento importante per il contenimento dell’evasione”.
Il M5S, dopo la bocciatura dell’emendamento presentato nel corso dei lavori, parla di una vera e propria stangata: “Ci troviamo di fronte alla stangata Latini – scrive il M5s – su commercianti e artigiani, cifre stellari che le imprese saranno costrette a pagare in cambio dell’incompetenza del centrodestra. La Lega a Terni è il partito delle banche, delle cooperative rosse, delle multinazionali, il partito dei poteri forti. Siamo indignati per il modo in cui in maniera vergognosa è stato bocciato il nostro emendamento che avrebbe dato una boccata d’ossigeno a imprenditori che ora probabilmente saranno costretti a chiudere i battenti. Incompetenza e arroganza che la città sta pagando a caro prezzo. Nei prossimi giorni avvieremo una capillare azione di informazione verso la popolazione colpita dalla nuova stangata per spiegare i veri motivi e di chi sono le responsabilità di questo colpo ferale verso le piccole imprese del territorio”.
Posizione condivisa da tutta l’opposizione che ha suscitato la reazione del sindaco Latini: “Non credete alle bugie che vi raccontano le opposizioni. La verità è che nonostante il dissesto economico e i disastri causati dalla sinistra, a Terni la Tari non verrà aumentata per nessuna categoria. Il risparmio realizzato sul servizio è stato accantonato in un fondo a copertura dei rischi derivanti dai debiti di dubbia esigibilità, in linea anche con le indicazioni del Ministero dell’interno relative alla situazione di dissesto. Nella delibera di consiglio oggi approvata – spiega ancora il sindaco – a differenza di quanto avvenuto in passato, sono state indicate all’Asm stringenti tempistiche per l’invio dei solleciti di pagamento ai morosi, così da rendere più efficace le azioni successive di recupero dell’evasione in un’ottica di contrasto a una condotta che penalizza oltremodo i cittadini onesti e virtuosi.
L’obiettivo che l’amministrazione persegue – conclude Latini – è quella di fornire un servizio di livello e nello stesso tempo intervenire sul pef facendo in modo che per tutti i cittadini e per tutte le utenze vi sia una graduale ma sostanziale riduzione della tariffa”.