Ma quanto guadagnano il sindaco e gli assessori? È una domanda che in consiglio comunale si sono posti in tanti e che ha suscitato la dura risposta del sindaco di Terni, Leopoldo di Girolamo. Il primo a chiedere delucidazioni è stato Enrico Melasecche della lista civica “I love Terni”. Melasecche afferma che a fronte di un incremento di spesa di varie voci prevista nell’assestamento di bilancio di fine novembre, a favore dei contributi previdenziali degli assessori e delle indennità mensili degli stessi, siano state fornite risposte vaghe e non dettagliate “che – sostiene il leader di I love Terni – certificano quanto fossero ingannevoli le dichiarazioni dello stesso sindaco in merito alla riduzione del 10% dell’indennità dei membri di giunta tenuto conto che alcuni fra questi si sono ben guardati dall’aderire a quella che appariva, ed era, una decisione politica forte. Una giunta quindi a geometria di portafoglio variabile, con la particolarità che l’altra voce su cui abbiamo chiesto dati precisi e di dettaglio, quella dei contributi previdenziali, rimane al momento misteriosa. La pervicacia nel negare, negare, negare appare degna di miglior causa in ragione del fatto che tali contributi, pagati dai cittadini di Terni, debbono essere nel dettaglio dagli stessi serenamente conosciuti. Quindi chiediamo personalmente al Sindaco che risponda alla necessità di trasparenza trasmettendo immediatamente al consiglio, tenuto conto che alla III Commissione ciò è stato negato, i dati lavorativi ed economici di ogni assessore. Se non ci sono situazioni politicamente impresentabili non si vede la ragione di mantenere il “segreto di stato“.
Incalzato da più parte il sindaco ha elencato alcuni dei dati richiesti non nascondendo però il suo disappunto:
“Dopo aver abbaiato alla luna sul tema della coltivazioni sui presunti terreni contaminati e sui cartelli per l’elettromagnetismo – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – i Cinque stelle sono tornati a un tema che sembravano aver accantonato e che ora rispolverano perché evidentemente sono a corto di argomentazioni, quello dei costi della politica. Su questo argomento ci vuole un bel po’ di coraggio ad attaccare il sottoscritto, in quanto tutti sanno che percepisco dal Comune di Terni una busta paga con scritto zero euro, per una indennità mensile lorda di 544 euro, al netto 311,36 euro, una cifra che mi viene ritenuta alla fonte e devoluta interamente al partito. Faccio presente al Ms5 che, tanto per rimanere nella loro orbita politica, il sindaco di Parma ha una competenza lorda (da busta paga ottobre 2015) pari a 5 mila 466,18 euro, netti 3.208,7 euro. Il sindaco di Livorno ha una indennità mensile di 7.097,67 lorde per il 2015, mentre per il 2014 sfiorava gli 8 mila lordi. Invito dunque i consiglieri grillini di Terni, invece di concentrarsi sul sottoscritto, ad agire su Pizzarotti e Nogarin affinché un bel po’ di denaro pubblico sia risparmiato“.
Il dibattito ha fornito quindi più informazioni del previsto visto che “l’operazione trasparenza” ha portato alla luce anche i compensi (al centesimo) di amministratori di altre regioni.
“Non vedo alcuno scandalo neanche sulla mia giunta – ha proseguito Leopoldo di Girolamo -, la busta paga del vicesindaco del Comune di Terni (novembre 2015) è di 2.486 euro nette, 4099,64 lorde, a Livorno avrebbe almeno mille euro in più, considerando che quell’amministratore ha anche deciso di non ridursi l’indennità. Il vicesindaco di Terni devolve, inoltre, mediamente 400 euro al mese al suo partito. Gli assessori del Comune di Terni hanno retribuzioni differenziate, nel senso che ho dato loro autonomia nel determinarsi, sempre stando nei limiti di legge, l’indennità tenendo conto della situazione professionale, reddituale e familiare. Tutti gli assessori del Comune di Terni hanno comunque subito le riduzioni normative degli emolumenti, pari al 10%.
Tre di essi hanno uno stipendio lordo di 3.279 euro che al netto fanno 2.286, se poi consideriamo il versamento al partito si scende sotto i 2 mila euro. Altri tre assessori – i liberi professionisti – hanno una indennità lorda di 2 mila 951 euro che si attesta a 2.100 euro netti. Un assessore percepisce mille euro a fronte di una indennità lorda di 1.639 euro.
Si tratta di cifre, in linea o, in diversi casi, inferiori a Parma e Livorno, sicuramente si tratta di cifre del tutto eque per una attività che richiede tempo ed assunzioni di responsabilità rilevanti, sia sotto il profilo penale e civile, tant’è che numerosi assessori del comune di Terni hanno deciso di attivare una assicurazione, con importi variabili ma comunque non irrisori. Non è prevista infine la tredicesima mensilità. Francamente non vedo come si possa gridare allo scandalo, se non per agitare la bandiera della demagogia di banalissimo ascolto“.
Non soddisfatti della risposta del primo cittadino i 5 stelle hanno replicato: “Non è certo un sacrificio immane rinunciare all’indennità da Sindaco quando si ha un reddito complessivo lordo di 128.768 euro, proveniente dai vitalizi maturati nei brevi termini della sua attività di parlamentare e da uno stipendio da medico percepito nella sua integrità, nonostante un’attività che esercita per forza di cose a dir poco a tempo parziale”.