All’inizio era una donna ‘pia’, badante della madre della vittima, che per motivi di salute aveva bisogno di un’assistenza continua; poi l’anziana è deceduta e la sessantaquattrenne, destinataria della misura personale dell’autorità giudiziaria si è trasferita con figli al seguito (una 25enne ed un 46enne, anch’essi diffidati dalla giustizia) nella casa del pensionato di Ferentillo.
Da subito sono iniziate le vessazioni nei confronti dell’uomo che, vittima forse della sua stessa solitudine, ha accettato di subire continui sfottò ed aggressioni fisiche, da parte degli ospiti, incapace di ribellarsi ai suoi aguzzini, in una forma di soggezione psicologica che per certi versi ricalcava la famosa “Sindrome di Stoccolma”.
Un giorno dello scorso anno, stanco delle percosse subite, il 71enne decide di rivolgersi alla Stazione dei Carabinieri di Ferentillo, dove, più che un luogo dove presentare una formale denuncia, trova comprensione, conforto morale e disponibilità da parte dei militari, i quali si adoperano immediatamente per tutelare l’uomo. Nel frattempo, in attesa dei tempi tecnici della giustizia, i carabinieri riescono ad instaurare un rapporto di fiducia con l’uomo che da quel giorno si è recato in caserma altre volte, per denunciare fatti sempre più cruenti, sfociati il 10 del mese in corso, in un’aggressione fisica consistita nell’essere stato percosso con un bastone al capo ed essere stato spinto giù per le scale, per la sola colpa di non aver dato ai suoi aguzzini del denaro per attendere alle loro futili necessità. Nella circostanza le lesioni inferte all’uomo sono state giudicate guaribili in 10 gg. Immediato è stato l’intervento dei Carabinieri di Ferentillo che, onde evitare conseguenze drastiche per il malcapitato, si sono precipitati in Procura per richiedere nuovamente l’adozione di una misura idonea a tutelare il povero pensionato.