Cronaca

Terni, associazione Stella Maris “Città in difficoltà sociale”

Sei mesi di vita a disposizione della città, l’associazione Stella Maris nasce dall’esigenza di dare risposte alle famiglie in termini di recupero sociale e sinora ha basato la propria attività sui fondi personali dei volontari. “Abbiamo di fronte una Terni in difficoltà – ha detto il presidente Luca Arcangeli – e in poco tempo siamo riusciti a toccare le corde della povertà e del disagio di chi perde il posto di lavoro e viene spesso isolato anche dai propri familiari. Immaginate la sofferenza di chi, in queste condizioni, bussa alla nostra porta cercando un puto di ascolto, un aiuto e un reinserimento lavorativo. Siamo qui per consolidare i rapporti con tutti gli enti e i soggetti politici interessati a sostenere il nostro progetto”.

Stella Maris si è posta l’obiettivo di fare rete tra enti, associazioni, istituzioni, mondo della cooperazione e piccole aziende e al contempo fa da filtro tra i cittadini e tutti questi soggetti. La richiesta del presidente Arcangeli: “Ci piacerebbe stipulare una convenzione con il Comune di Terni, perché possa metterci a disposizione i servizi già in essere che molte persone non conoscono”.

Ecco come opera l’associazione: accoglienza, ascolto, raccolta di informazioni sui disagi e le potenzialità di chi si rivolge a Stella Maris. “Il primo colloquio è conoscitivo – afferma la responsabile di ‘AscoltiAmo Terni’, Elisa Santarelli – e alle famiglie viene consegnato un pacco alimentare, quello successivo è volto a individuare i bisogni essenziali delle persone ma anche le loro capacità in vista di un reinserimento sociale; poi – spiega la psicologa – con i volontari dell’associazione si valutano le informazioni raccolte e si indirizzano le famiglie verso l’ente più idoneo al reintegro sociale e possibilmente anche lavorativo. I primi contatti dell’associazione sono avvenuti con Cna, ospedale Santa Maria di Terni, la Asl e alcuni medici di famiglia. A tutte le persone che chiedono aiuto a Stella Maris offro la possibilità di intraprendere un percorso psicologico, i conflitti familiari e la sofferenza spesso diventano motivo di ansia, depressione, autolesionismo e tentativi di suicidio”.