Luca Biribanti
Giampaolo Teofoli, figlio di Palmiro, pittore conosciuto a Terni e al quale è anche dedicata una via, ha perso la testa, e ha cercato di picchiare l'assessore alla Cultura di Terni, Simone Guerra. La disputa riguarda una mostra che pure l'assessore aveva concesso, ma evidentemente non è stato abbastanza per il pittore ternano che voleva uno spazio tutto suo. Questo è il nodo dell'aggressione: Teofoli aveva chiesto di poter usufruire delle sale di Palazzo Primavera per un'esposizione di circa 60 opere, ma la struttura era già occupata da un'altra artista. Più volte il pittore si era presentato negli uffici del comune con fare aggressivo e minaccioso, tanto che l'assessore aveva deciso di riceverlo per cercare di trovare una soluzione pacifica. E così è stato. Teofoli ha ottenuto una parte delle sale di Palazzo Primavera insieme ad un'altra artista. Il giorno dell'inaugurazione, il 6 settembre, l'assessore, è dovuto intervenire per sedare un'accesa discussione tra i 2 artisti. Il pittore ternano stava aggredendo verbalmente la malcapitata e Guerra è intervenuto in difesa della signora. A quel punto Teofoli ha cercato di colpirlo con una testata, ma l'assessore è stato abbastanza scaltro da schivare il colpo che è andato a segno solo di striscio. A quel punto si è acceso un parapiglia, sedato da alcuni collaboratori del comune che si trovavano all'inaugurazione. “Non soddisfatto – ci dice telefonicamente Guerra – l'aggressore mi aspettava fuori per regolare i conti. Ho cercato di calmarlo, ma ha cercato ancora di sferrare un pugno che per fortuna non mi ha colpito”.
Alla fine l'assessore è stato costretto ad uscire dalla porta laterale per evitare altri guai.
“Non ho voluto che la notizia si sapesse in giro per evitare strumentalizzazione – ci dice Guerra – io sto bene e per fortuna non ho ricevuto colpi di rilievo. Volevo risolvere la cosa privatamente, ma ormai è diventata di dominio pubblico. La mia maggiore preoccupazione ora è per gli impiegati degli uffici comunali. Questo personaggio è pericoloso e non vorrei che commettesse qualche sciocchezza”.
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