Con un’interrogazione urgente, chiedono chiarimenti sull’”appalto del pulimento degli spazi comunali”; i consiglieri di maggioranza Valeria Masiello, Vladimiro Orsini, Sandro Piccinini, Francesco Filipponi e Sandro Piermatti vogliono vederci chiaro sull’appalto che la dirigenza dell’amministrazione comunale ha affidato nei giorni scorsi a Punto-Service per la pulizia degli spazi comunali.
Evidentemente l’Operazione Spada, l’inchiesta della Procura Della Repubblica di Terni sul modus operandi del Comune nell’assegnazione degli appalti, ha lasciato il segno e i consiglieri interrogano il ‘proprio’ sindaco e la ‘propria’ giunta per avere, come sottolineato nel testo dell’atto, la garanzia della “tutela della correttezza dell’azione amministrativa”.
Certo non sembra una dichiarazione di fiducia nei confronti dei dirgienti comunali e l’atto politico sembra testimoniare una sorta di scollamento tra Consiglio Comunale e Amministrazione, tanto che si chiede l’intervento politico diretto dell’esecutivo di Palazzo Spada.
Nella premessa dell’interrogazione urgente, si leggono i motivi che hanno spinto i consiglieri a firmare l’atto politico: “Premesso che è stato aggiudicato l’appalto alla Punto-Service, con un ribasso del 60% per sei mesi e diminuzione delle ore lavorative penalizzando i 24 lavoratori in forza, causando una decurtazione del salario, peraltro già irrisorio, e anche una diminuzione della qualità del servizio (si parla di un compenso che sarebbe sceso da 600 a circa200 euro, ndr);
che il Consiglio Comunale ha in più occasioni sollecitato l’Amministrazione Comunale, attraverso l’approvazione di alcune delibere, ad utilizzare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa anziché quello del massimo ribasso, nel caso di aggiudicazioni di appalti nel comparto pubblico;
che per quanto concerne le gare d’appalto, il ricorso ad aggiudicazioni attraverso il mero criterio della contrazione dei costi non può garantire tempi e qualità adeguati alla realizzazione di servizi, può produrre forme di lavoro irregolari con pesanti ricadute sulle condizioni di lavoro e sicurezza”.
I consiglieri chiedono: “di conoscere le motivazioni che hanno condotto l’Amministrazione Comunale a perseguire il criterio del massimo ribasso nell’aggiudicazione della gara d’appalto in oggetto;
che esercitino tutte le azioni a tutela della correttezza dell’azione amministrativa in relazione alla congruità dell’offerta rispetto alle caratteristiche della prestazione, così come richiesta nel bando, per la tutela dell’amministrazione medesima e dei lavoratori interessati;
di attivarsi quanto prima al fine di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali volto a determinare un protocollo degli appalti pubblici condiviso, così da garantire la più alta qualità e sicurezza nei lavori assegnati e nei servizi erogati, perseguendo la massima tutela del lavoro”.
Sulla questione del protocollo condiviso, va ricordato che Valeria Masiello, aveva presentato qualche tempo fa una bozza di documento, ferma in Terza Commissione in seguito alle note vicende politico-giudiziarie che hanno riguardato il Comune di Terni. Una sorta di ‘autotutela’ per i consiglieri che, vista l’attenzione della Procura nella gestione degli appalti, vogliono essere sicuri che le designazioni dirigenziali tengano conto di alcune indicazioni politiche, così come si chiede al primo cittadino e alla giunta.