“Persistono rilevanti criticità che è indispensabile superare, al fine di non compromettere l’operatività dell’azione amministrativa e l’erogazione dei servizi essenziali da parte dei Comuni e delle Città metropolitane”. E’ quanto evidenza il presidente dell’Anci Piero Fassino in merito ai tagli alla spesa del personale previsti per le Province e le Città metropolitane.
Fassino ha inviato una lettera ai ministri della pubblica amministrazione e agli affari regionali, Marianna Madia e Maria Carmela Lanzetta, chiedendo un “indispensabile chiarimento interpretativo ministeriale, anche sulla base di un confronto con l’Anci, nell’ottica del perseguimento dell’interesse generale del Paese”. Riguardo ai Comuni che potrebbero essere coinvolti nel riassorbimento del personale proveniente dalle Città metropolitane e dalle Province, nella lettera si evidenza la necessità di chiarire una serie di questioni di particolare rilievo che riguardano le politiche sul personale.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente dell’Upi nazionale Alessandro Pastacci secondo il quale “la situazione drammatica dei bilanci delle Province, aggravata dal prelievo di un miliardo previsto dalla Legge di stabilità 2015, comincia a produrre i primi effetti sui servizi ai cittadini: i nuovi presidenti sindaci ci segnalano scarsità di fondi per assicurare il riscaldamento degli edifici scolastici e per i piani neve, necessari a garantire la percorribilità delle strade. Di questo ho informato il sottosegretario Delrio in una lettera di richiesta di incontro con una delegazione di presidenti di Provincia”.
Per Pastacci c’è poi “lo stato di forte preoccupazione dei dipendenti provinciali, sfociato in una serie di occupazioni delle sedi degli enti, che sta continuando a produrre un clima di grave allarme sociale nei territori. E’ evidente la necessità di trovare soluzioni sensate e di ricostruire un confronto tra il governo e gli amministratori locali, anche perché in questo contesto, se non si interviene con soluzioni immediate, non potremo che attestare con amarezza e delusione la impossibilità di attuare la riforma Delrio”.