Terni, "Ambiente e Salute", seminario di Arpa Umbria - Tuttoggi.info

Terni, “Ambiente e Salute”, seminario di Arpa Umbria

Redazione

Terni, “Ambiente e Salute”, seminario di Arpa Umbria

Frecciata alla stampa della Giaino "I dati non devono essere forniti dai giornalisti"
Mer, 18/02/2015 - 21:05

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di Giulia Argenti

Si è tenuto questa mattina, presso la sala convegni della sede Arpa Umbria, il seminario scientifico “Ambiente e Salute: verso la valutazione dell’esposizione”, incontro mediante il quale la Direzione Regionale “Salute e Coesione Sociale” dell’Umbria e Arpa Umbria, hanno voluto proporre a medici, tecnici ambientali, istituzioni e forze sociali ed economiche del territorio un approfondimento circa il quadro scientifico relativo al complesso rapporto tra ambiente e salute, avvalendosi del contributo delle migliori esperienze italiane ed europee.

Il seminario si è aperto alle 9.30 con un intervento, via collegamento telefonico, di Emilio Duca, Direttore Regionale di “Salute e Coesione Sociale” della Regione Umbria. L’intervento di Duca, poi completato e ampliato da Maria Donata Giaimo, responsabile del “Servizio Prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare”, si è concentrato sulla presentazione del Piano Regionale di Prevenzione Umbria 2014-2018, vero e proprio processo di progettazione partecipata attraverso cui coinvolgere tutte le risorse presenti sul territorio nella definizione di progetti finalizzati al raggiungimento di obiettivi di salute.

Tre sono stati, in particolar modo, i punti su cui si è concentrato Duca: la molteplicità dei fattori in grado di influire sullo stato di salute, l’importanza della comunicazione dei rischi “spesso le comunicazioni con i cittadini avvengono solo in situazioni di criticità, si dovrebbe invece passare ad una comunicazione intesa come prassi quotidiana”, ha detto Duca e, infine, il monitoraggio degli inquinanti ambientali e il potenziamento della sorveglianza epidemiologica come “obiettivi cardine su cui sviluppare interventi in merito ad ambiente e sanità”.
La parola è poi passata alla dott.essa Giaimo che ha proseguito nel presentazione del Prp Umbria, definendolo innovativo rispetto agli altri piani in quanto “per la prima volta si basa su un sistema-Paese, individuando degli obiettivi da raggiungere entro quattro anni, attraverso la costituzione di una rete di interventi interdisciplinare e intersettoriale; partendo dal Piano Nazionale Prevenzione, la regione Umbria ha scelto di scomporne gli obiettivi e di ricomporli sul piano della nostra specifica analisi di contesto”.

Dieci sono i macro obiettivi principali del Piano, tra i quali figurano la riduzione del carico prevenibile ed evitabile della mortalità per malattie non trasmissibili, la promozione del benessere mentale per bambini e adolescenti, la prevenzione degli incidenti stradali e domestici e, soprattutto, la riduzione delle esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute (attraverso soprattutto il monitoraggio degli inquinanti ambientali e la sorveglianza epidemiologica). Maria Donata Giaimo ha, inoltre, ribadito l’importanza di una politica in tema ambientale condivisa e coordinata da tutte le istituzioni del territorio regionale, al fine di stabilire una più corretta e sistematica comunicazione con il cittadino in merito alle problematiche legate al rapporto tra ambiente e salute.
“Il futuro modello di sviluppo non più che essere sostenibile se vogliamo garantire un avvenire migliore ai nostri figli, la terra ci è stata data in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli, come dicevano gli Indiani d’America” così ha aperto il suo intervento Walter Ganapini, Direttore Generale di Arpa Umbria.

“L’interfaccia tra ambiente e salute rappresenta la base per l’analisi e l’elaborazione di politiche per l’attuazione di uno sviluppo sostenibile” ha detto Ganapini, spiegando come, in questo contesto, tra i vari progetti di Arpa Umbria vi sia anche la costituzione di un “forum dei portatori di interesse”, tale da rendere la popolazione “soggetto attivo nella costruzione del proprio futuro”.

È stato poi il turno di Fabrizio Bianchi dell’Istituto Fisiologia Clinica del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche), “esprimo grande soddisfazione per il salto qualitativo fatto dal Piano Regionale prevenzione, è fondamentale arrivare a dei rapporti che siano congiunti dalla parte dell’ambiente e della salute” ha detto Bianchi, il quale non ha mancato tuttavia di sottolineare l’endemico problema italiano della diseguaglianza tra le varie regioni, tale da rendere per lo meno difficoltosa l’attuazione piena del Piano Nazionale Prevenzione in tutta la penisola. Come epidemiologo, Bianchi ha illustrato le problematiche e le complessità davanti a cui si trova oggi chi esercita la sua stessa professione. Uno fra tutti l’avvento dell’epigenetica, prima della quale si riteneva che la “sola conoscenza del patrimonio genetico ci potesse consentire di conoscere le malattie dell’uomo”.

L’avvento dell’epigenetica, come ha spiegato Bianchi, ha fatto declinare l’epidemiologia dei fattori a rischio, la cosiddetta Black-box epidemiology a vantaggio delle complesse interazioni con le condizioni materiali in cui l’uomo è immerso. “Oggi siamo passati alla China-box epidemiology, per cui l’esposizione diventa rischio solo se è passata attraverso la scatola dell’epigenetica. Il rapporto è dunque non solo tra ambiente e genoma, ma tra ambiente, genoma ed epigenoma”, ha spiegato l’epidemiologo. Bianchi si è poi soffermato sull’utilità del biomonitoraggio umano (misurazione della concentrazione di sostanze chimiche e dei loro metaboliti nei liquidi e nei tessuti del corpo umano quali urina, sangue o capelli) come strumento atto a valutare la contaminazione dovuta all’esposizione complessiva ad una determinata sostanza.

In video-collegamento da Bruxelles, Roberto Bertollini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha evidenziato come la relazione ambiente-salute-patologie e fattori di rischio, sia una materia non solo estremamente complessa, ma destinata a diventare ancora più intricata con il sommarsi di nuovi fattori sempre più predominanti, uno fra tutti il cambiamento climatico. “Ci sono una serie di effetti che non conosciamo ancora in merito all’inquinamento atmosferico, possiamo parlare di un ‘toxicity iceberg’ di cui non stiamo studiando altro che la punta” ha spiegato Bertollini aggiungendo anche che la vera sfida per il futuro in merito al rapporto sanità-ambiente risiede nell’intersettorialità, in quanto “è necessario fare sì che i vari settori, nel compiere le loro azioni, tengano conto degli effetti sulla salute”.

Terminata questa prima parte dell’incontro si è aperta alle ore 12.00 una Tavola Rotonda a cui ha preso parte nel ruolo di mediatore, Fabrizio Oleari, dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale ha sottolineato l’essenzialità di strumenti come la VIS (valutazione di impatto sulla salute) e della VIA (valutazione di impatto ambientale) per perseguire un effettivo modello di sviluppo sostenibile. All’intervento di Oleari è seguito quello di Giancarlo Marchetti, il quale ha illustrato le attività di Arpa Umbria in termini di monitoraggio e salvaguardia del territorio.

Maria Donata Giaino ha poi annunciato l’inizio di un piano di monitoraggio riguardo al fattore inquinante della diossina nel territorio ternano prolungato nel tempo. “Per la prima volta tutte le istituzioni si sono sedute attorno ad un tavolo e hanno lavorato per sei mesi ad un piano di monitoraggio comune quadriennale, dopo che il livello di allerta della popolazione si è alzato a seguito della diffusione dei risultati delle analisi su alcuni campioni di uova sul territorio ternano”, ha spiegato Giaino. “Ci sono state delle interferenze sullo sforzo di comunicare con la stampa riguardo ai risultati e questo ha fatto sì che passasse l’idea che il sistema non volesse rivelare i dati ai cittadini, con questo piano di monitoraggio appena partito speriamo di diventare più credibili nei confronti della cittadinanza presentando dati coerenti, che non siano, perdonatemi, quelli fatti dai giornalisti” ha concluso Giano, non risparmiando dunque una frecciata alla stampa. Ultimo intervento è stato quello del Responsabile Registro Tumori Umbro che ha presentato alcuni dati sui tumori e la mortalità per tumore nel territorio umbro e in quello ternano nello specifico, auspicando l’inizio di una collaborazione con Arpa Umbria tale da permettere di costruire un percorso condiviso per una migliore tutela dell’ambiente.

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