Il “posto di lavoro” conteso è un semaforo in via Di Vittorio; le contendenti, due cittadine rumene di 39 e 25 anni, mendicanti, senza fissa dimora in Italia. E’ stata proprio la più giovane a telefonare ieri al 113, intorno a mezzogiorno, per denunciare l’aggressione da parte della connazionale che, dopo averle intimato, insieme ad un altro rumeno, di abbandonare il posto o di consegnare il ricavato delle elemosine, l’ha aggredita cercando di strapparle i soldi, una trentina di euro circa.
Una pattuglia dell’Ufficio Volanti, coordinato dal Sostituto Commissario Annamaria Mancini, arrivata immediatamente, ha fermato le due donne, l’uomo invece è riuscito a dileguarsi, anche se è stato identificato dagli agenti in seguito agli accertamenti. La 39enne è stata arrestata per tentata rapina continuata e lesioni, in concorso con il connazionale – coetaneo e anch’egli senza fissa dimora, denunciato per gli stessi reati – ed è stata portata al carcere femminile di Capanne (PG), dove rimane a disposizione del Pubblico Ministero Raffaele Pesiri.
La vittima della tentata rapina, che era stata in precedenza espulsa dal Territorio Nazionale per la cessazione delle condizioni che determinano il soggiorno dei cittadini dell’Unione Europea, è stata medicata al Pronto Soccorso, dove le sono state diagnosticate delle lesioni guaribili in 5 giorni salvo complicazioni. La ragazza ha dichiarato di subire da almeno 10 giorni le quotidiane rapine dei due connazionali ed è stato questo suo ultimo rifiuto che ha fatto scattare la violenza; non è insolito, infatti, che dietro ai mendicanti che chiedono l’elemosina ai semafori ci siano vere e proprie associazioni criminali che ne traggono i vantaggi grazie ad intimidazioni e violenze.