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Terni, a caccia di fantasmi al Castello di Alviano

Lo scorso 10 maggio si è tenuta presso il Castello di Alviano, a partire dalle ore 22, un’indagine di ghost hunting tenuta dal gruppo GIAP Roma (Gruppo Investigazione Attività Paranormali).
Munito di strumentazioni molto avanzate per la registrazione di variazioni ambientali di temperatura e campi elettromagnetici, il team ha esplorato i meandri dell’antico maniero alla ricerca di antiche presenze che hanno abitato le sue segrete, luogo tetro e denso di antiche espe¬rienze.
Dopo una breve conferenza sul tema del paranormale e sull’attività del ghost hunting, corredata da un’estesa spiegazione delle modalità e delle attrezzature utilizzate durante le ricerche, il GIAP Roma ha lasciato spazio alle curiosità del pubblico. Giunti alla sera e ultimati i preparativi, il team ha proceduto alle prime sessioni d’indagini che si sono svolte nei luoghi indicati dal personale del castello e in particolare dalla sensitiva Emanuela Mitraglia che ha accompagnato il gruppo.

“A partire dalla struttura incantevole e dall’accoglienza entusiastica – spiegano i componenti dello staff – il castello ci è apparso sin dalle prime un luogo denso non solo di storia ma anche di anomalie difficilmente spiegabili. L’indagine – come nel classico stile del nostro gruppo – si è svolta con serenità e attenzione ai particolari, a partire dal sopralluogo esplorativo. Grazie alla guida storica e alle testimonianze di Michela Sisti (operatrice Sistema Museo) in primis, unitamente a quelle di coloro che hanno vissuto in diversi momenti storici le stanze del Castello, abbiamo potuto sin da subito percepire quali emozioni ci avrebbe riservato questo luogo. Vogliamo condividere in modo semplice, diretto ed essenziale le nostre esperienze e sensazioni prima, durante e dopo l’indagine, senza ricadere in astrusi tecnicismi o a una totale mancanza di oggettività che – troppo spesso – intaccano il corretto e proficuo svolgimento di un’indagine di ghost hunting”.

Si riporta di seguito la relazione fornita dal gruppo GIAP Roma che ha effettuato l’indagine.

LE SENSAZIONI INIZIALI
Il Castello di Alviano ci ha riservato non poche sorprese. La nostra prima preoccupazione, infatti, è andata ai locali, sottoposti nel corso degli anni ad attività di manutenzione e ristrutturazione che – temevamo – avessero intaccato e indebolito la loro“energia”. Accade spesso, infatti, che luoghi sottoposti a questo genere d’interventi eliminino quasi totalmente le energie residuali che li caratterizzano. Presto, però, ci siamo dovuti ricredere: durante l’indagine abbiamo riscontrato che all’interno della struttura sono ancora sono presenti energie di difficile spiegazione logica.

INIZIA L’INDAGINE
La prima parte dell’indagine si focalizza sulla Cappella delle Rondini, luogo che conserva affreschi originali raffiguranti alcuni miracoli della vita di San Francesco. La strumentazione in questo caso non fornisce particolari riscontri, nonostante la nostra amica sensitiva Emanuela Mitraglia abbia percepito più volte almeno una presenza all’interno di quella che – durante la Seconda Guerra Mondiale – era divenuta una cella di detenzione.
La prima squadra ha successivamente raggiunto i locali inferiori che ospitano ad oggi il Museo dedicato alla figura del celebre Bartolomeo D’Alviano, condottiero ed ingegnere di grandi capacità strategiche. È qui che hanno luogo le prime anomalie interessanti: mentre le strumentazioni del gruppo (rilevatori di campi elettromagnetici, termometri, igrometri) segnalano condizioni ambientali per lo più nella norma, la sensibilità di Emanuela capta a più riprese alcune presenze (bambini e perfino un uomo in abbigliamento militare) che girovagano per la stanza. In concomitanza a questa precisa percezione tutto il team assiste a forti rumori provenienti da parti diverse della stessa sala (da noi soprannominata per semplicità Sala delle Armature).

Colpi sul muro, clangore di armi, passi: questi sono i rumori più facilmente riconoscibili durante la suddetta fase d’indagine, ragione per la quale il gruppo si è trattenuto a lungo in questa sala alla ricerca di spiegazioni plausibili a tali anomalie.
Nel frattempo la seconda squadra, rimasta in postazione fissa per monitorare le riprese delle telecamere a visione infrarossa posizionate nelle sale poche ore prima, aveva segnalato un singolare avvistamento: una sagoma scura si aggirava fugacemente nel chiostro del castello per scomparire nelle vicinanze della cappella. Immediati i controlli con telecamere a visione termica e videocamere full spectrum senza tuttavia alcun riscontro.
L’evento si ripete poco dopo quando un’altra squadra, lasciata la postazione fissa, torna nella cappella.

Questo secondo avvistamento ci ha permesso di avanzare l’ipotesi che una reale anomalia si fosse manifestata nel chiostro e che tale presenza debba essere oggetto di analisi più approfondite.
Dopo un attimo di pausa e il racconto delle proprie esperienze in live streaming per gli utenti che seguivano l’indagine da casa, una squadra composta da Stefano, Giuseppe ed Emanuela ha deciso di indagare in due locali del castello, tenuti già sotto controllo dalle telecamere fisse.

La prima stanza, probabilmente un locale dedicato alla servitù e oggi adibito a biglietteria del Castello (livello chiostro), ha visto la squadra impegnata in una sessione EVP.
Questa stanza aveva attratto l’attenzione del team per una ragione specifica: durante il sopralluogo svolto nel pomeriggio alla presenza del personale del castello una delle operatrici descriveva la storia della stanza, con precisi riferimenti storici a Bartolomeo e alla sua prima moglie Bartolomea Orsini. In quel preciso momento tutti i presenti avevano sentito chiaramente una forte risata (quasi certamente di donna) provenire dalle stanze attigue.

Qui il gruppo non riscontra alcun genere di anomalia interessante, quanto meno a livello strumentale. Interessante al con- trario è la reazione di Emanuela che durante le domande poste da Stefano sull’eventuale presenza di Bartolomea Orsini nella stanza, prima percepisce una forte oppressione in prossimità del grande camino (parete est) e successivamente una fitta all’altezza del cuore.
L’indagine si é conclusa intorno alle ore 03.00 ed il materiale raccolto si é rivelato abbondante e meritevole di un’analisi approfondita, tale analisi é giá in atto ed appena conclusa tutti i risultati verranno assemblati in un video resoconto consulta- bile sul sito www.giaproma.it.

IL CASTELLO DI ALVIANO È INFESTATO ?

Come spesso accade durante le indagini di ghost hunting, scarse o nulle sono le anomalie registrabili e documentabili attraverso l’attrezzatura. Fortissime e difficilmente descrivibili, al contrario, le emozioni e le esperienze che coinvolgono ciascun componente del gruppo. Quest’indagine non fa eccezione: colma di forti sensazioni e di interessanti spunti di ricerca, l’indagine al Castello di Alviano ci ha consentito di assistere ad anomalie molto forti e allo stesso tempo fugaci, lasciandoci una forte aura di positività ed energia.
La risposta al quesito iniziale? Non possiamo ancora fornirla. Quello che possiamo dirvi è che, grazie a un’analisi approfondita del materiale raccolto, faremo in modo di documentare e condividere il nostro operato in modo coinvolgente e intenso, per trasmettervi – seppur solo in parte – la miriade di sensazioni che abbiamo vissuto.

Quel che é certo é che il G.I.A.P. ROMA ha ricevuto da parte degli operatori del castello, del Sindaco e dei cittadini di Alviano un’accoglienza splendida ed una disponibilità encomiabile e per noi sarà un piacere approfondire, un giorno, la storia e i fenomeni che ancora oggi si agitano nelle stanze del Castello.