Sono dieci, tra consiglieri e assessori, coinvolti nella indagini della procura della Repubblica di Terni relative al presunto ‘falso’ dichiarato a inizio mandato.
Era stato un intervento del consiglio Valdimiro Orsini del Pd a sollecitare la verifica delle dichiarazioni di incompatibilità dei neoeletti nell’ambito del primo consiglio comunale dell’era Latini: il segretario generale Giuseppe Aronica aveva aperto un’istruttoria che ha fatto emergere le 10 situazioni di ‘pendenza’ degli amministratori nei confronti del Comune per importi che vanno dalle poche decine di euro a cifre che superano i 18 mila euro nel caso specifico del consigliere Rossi (Terni Civica).
In tutta fretta, le persone risultate non in regola con le casse comunale si erano affrettate a sanare la propria posizione per evitare guai politici, ma questo non è bastato a evitare che i magistrati ternani indagassaro per falso.
Proprio oggi sono arrivati gli avvisi di garanzia di conclusione delle indagini coordinate dal Pm Raffaele Iannella che potrebbero portare a clamorosi sviluppi di rilievo penale.
Una grana non di poco contro per il ‘nuovo’ governo della città firmato Lega che, proprio nei giorni scorsi, ha dovuto affrontare l”affaire Federighi’, l’ex capogruppo di Forza Italia che, per effetto della legge Severino, è decaduto dalla sua carica.
Un inizio che, per chi si era proposto come garanzia di onestà e trasparenza, non proprio da ricordare, anche perché la ‘battaglia politica’ continua, col M5S che ha già chiesto di verificare il casellario giudiziario di tutti i componenti del consiglio comunale.