dell'Associazione Simboli e colori di Terni
Domani 17 agosto 2011, alle ore 17.00, la Ternana inaugurerà ufficialmente la stagione calcistica 2011-2012 disputando la prima partita di Coppa Italia Lega Pro, contro il Celano. Nell’occasione lo stadio Libero Liberati riaprirà i battenti per accogliere i nostri tifosi e quelli della squadra ospite. Tre giorni fa, in occasione del sorteggio per la stesura dei calendari del campionato, il Presidente Macalli ha sottolineato che uno degli scopi primari della Lega che rappresenta è quello di riuscire a portare negli stadi le famiglie ed i ragazzi, in ambienti sicuri, accoglienti e idonei. Visto che la Ternana Calcio ha preannunciato che per la partita di domani verrà aperto ai tifosi locali l’ingresso ai settori “distinti B” e “tribuna B”, abbiamo voluto fare un giro nella predetta zona di stadio per verificare le condizioni di
manutenzione, strutturali ed igienico- sanitarie. Nell’occasione abbiamo realizzato un filmato amatoriale, invitando tutti a prenderne visione ed a trarne le conclusioni sulle pessime condizioni dell’impianto. Chiediamo, in special modo a chi preposto, se le condizioni di manutenzione, strutturali, igienico-sanitarie e di sicurezza (con particolare attenzione agli impianti elettrici posti nel mezzo delle consistenti perdite di acqua e accumuli di umidità), siano tali da permettere il rilascio dell’agibilità per la competizione sportiva e se la sicurezza, oltre alla dignità, di chi assisterà alla partita sarà
sufficientemente tutelata. Chiediamo, inoltre, se con una capienza del settore distinti B di circa 2.500 persone, sia sufficiente un solo gruppo di servizi igienici (lato est primo piano) a nostro avviso agibile. Ci auguriamo che qualcuno risponda, soprattutto chi si è assunto la responsabilità di concedere il Liberati alle condizioni che tutti possono constatare guardando il filmato, senza pensare che possa bastare un taglio di erba o una “botta di ramazza” a cambiare la incresciosa situazione. Ci scusiamo se la qualità delle immagini non è perfetta, ma noi facciamo un altro
mestiere.