Nel giorno della chiusura della stagione venatoria il coordinatore delle guardie ambientali del Wwf dell’Umbria, Sauro Presenzini, traccia il pesante bilancio in Italia: 24 morti e 58 feriti, secondo l’Associazione vittime della caccia. “L’Umbria in questo caso ha ben contribuito, pagando il suo tributo di vittime” commenta Presenzini. Per il quale la caccia è diventata ancor più pericolosa visto l’elevato numero di cacciatori che si dedica alla caccia al cinghiale. “Una caccia invasiva, truculenta e aggressiva – commenta – che vede un largo impiego delle micidiali carabine tipo guerra, il cui volume di fuoco spropositato, consente al proiettile esploso, di vagare in linea d’aria anche per oltre 3 km“.
A questo Presenzini aggiunge il fatto che la popolazione dei cacciatori italiani va progressivamente invecchiando, tanto da contare ben oltre il 60% di anziani ultra 65enni: “I malfermi ‘nonnini’ quindi, con la vista e i riflessi appannati, l’udito non più perfetto sono passati dallo ‘schioppo avancarica’ di qualche decennio fa, ai micidiali fucili di precisione, con ottiche avveniristiche che leggono umidità, vento e traiettoria, in uso ai migliori killer e cecchini dei telefilm americani, senza aver mai frequentato corsi di aggiornamento con lezioni di balistica, di legislazione venatoria relativamente alle precauzioni e divieti in uso localmente. Molti di questi 70enni, sono stati ‘traghettati’ nella nuova legge, senza aver mai sostenuto un esame di abilitazione alla caccia“.
Presenzini poi ricorda il lavoro fatto dalle guardie del Wwf, “che da sempre effettuano i controlli sulla materia venatoria”, subissate da richieste e segnalazioni da parte di cittadini, ma anche da parte degli stessi cacciatori.
Corposo il bilancio: le 7 Guardie del Wwf Perugia, operative sul territorio provinciale, hanno rilevato ben 112 violazioni, sia amministrative che penali, hanno effettuato 66 sequestri (tutti convalidati), per un importo di 15.000 euro circa. Le persone controllate nei 110 servizi svolti sono state 290, con una media d’infrazione e di violazione di oltre il 30%, in crescita esponenziale.
“La prima violazione commessa dai cacciatori in ordine numerico – informa Presenzini – è senz’altro il mancato rispetto delle distanze di rispetto e di sicurezza da strade, case, luoghi di lavoro, ferrovie ed altre vie di comunicazione. Poi c’è la mancata annotazione dei capi abbattuti, della marcatura della giornata di caccia, ed anche abbattimenti di fauna protetta, non mancano gli appostamenti abusivi, il porto abusivo d’armi, la mancata custodia e abbandono dei fucili, la modifica delle armi, per arrivare anche alla calunnia nei confronti dei pubblici ufficiali operanti, resistenza e minaccia a mano armata, che nei casi denunciati dalla guardie Wwf, hanno visto l’immediata sospensione revoca del porto d’armi e il ritiro cautelare di tutte le armi detenute”.
“La migliore efficacia ed efficienza delle guardie Wwf – prosegue Presenzini – è dovuta alle migliori dotazioni tecnologiche (giunte grazie alle generose donazioni di soci e simpatizzanti), che hanno visto largo uso di droni per l’individuazione delle ‘poste di caccia’ troppo vicino ad abitazioni o strade, termocamere ad infrarossi per il rinvenimento e/o occultamento della fauna abbattuta, body cam per documentare le azioni di caccia illecite e potenti teleobbiettivi per cristallizzare anche da 700 metri di distanza, le azioni scorrette“.
L’ultimo utilizzo del drone del Wwf, in ordine di tempo, ha consentito nel giro di 2 giorni di individuare e sanzionare 9 cacciatori che cacciavano “allegramente” direttamente sopra la strada carrozzabile, ignari di essere osservati a distanza: “Poi le guardie a terra – chiarisce Presenzini – hanno ovviamente fatto la differenza“.
Reati ambientali
Terminata la stagione venatoria con questi primi test d’efficienza effettuati, ora tali dotazioni saranno utilizzate in tema di tutela del paesaggio, alla ricerca di discariche abusive, estrazioni e cave illegali, edificazioni difformi e manomissioni del territorio.