Scontro senza esclusione di colpi tra il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini e la consigliera regionale Pd, Donatella Porzi. Il motivo scatenante della tensione? L’interrogazione della dem sulla chiusura del servizio della terapia del dolore e le accuse al sindaco Zuccarini.
Zuccarini non gliele manda a dire e, oltre a replicare all’accusa di “inedia” bolla il documento di Porzi come “misero tentativo di mistificare la realtà. Le ricordo infatti che la struttura di terapia del dolore fu cancellata circa 7 anni fa dalle precedenti amministrazioni PD che decisero di non rinnovarla e trasferirla a Perugia. Fu lasciato solo un ambulatorio con due operatori che ancora oggi si alternano per le prestazioni“.
“Attualmente l’ambulatorio di Foligno è aperto (niente affatto chiuso come lei afferma) ma con prestazioni momentaneamente ridotte alla sola urgenza in quanto da cinque giorni si è reso necessario prevedere un turno di anestesisti per il modulo Arcuri. Il suo sconclusionato attacco politico, oltre che speculare sulla emergenza covid, dimostra la sua scarsa conoscenza del nostro presidio ospedaliero“.
“All’ospedale di Foligno rimane attivo il servizio di Terapia del Dolore gestito da dirigenti anestesisti. Al fine di fronteggiare la quarta ondata Covid e rispondere al meglio ai bisogni assistenziali della popolazione, l’Azienda Usl Umbria 2 ha deciso di attivare 4/6 posti letto di Terapia Intensiva, a seconda delle necessità, presso la struttura modulare Arcuri.
Oltre alle attività mediche ospedaliere già interessate dall’emergenza, l’ospedale di Foligno potenzia e completa così l’offerta assistenziale e di cura ai pazienti Covid con posti letto dedicati in Terapia Intensiva, lasciando comunque aperta anche la Terapia Intensiva per gli utenti non Covid. L’attivazione dei posti letto nel modulo Arcuri del “San Giovanni Battista” ha reso necessario un fabbisogno maggiore di dirigenti anestesisti con una conseguente riduzione temporanea delle attività programmabili, quale quella ambulatoriale della terapia del dolore. Restano comunque pienamente garantite, per tali attività, le prestazioni urgenti, trattate dallo stesso ambulatorio di Terapia del Dolore o dai sanitari del Pronto Soccorso”.
A stretto giro anche un altro intervento, quello della consigliera dem Rita Barbetti: “La terapia del dolore nell’ospedale di Foligno non è stata mai un reparto a sé, quindi nessuno mai lo ha spostato a Perugia. È un servizio trasversale, afferente ad anestesiologia e rianimazione, che si avvale anche di un ambulatorio per prestazioni ad esterni. Attualmente il personale operante in tale ambulatorio è stato dirottato presso il modulo Arcuri, terapia intensiva per malati Covid. Le prestazioni periodiche sono state sospese, le emergenze vengono gestite principalmente attraverso pronto soccorso. Il modulo Arcuri risulta a tutt’oggi (fortunatamente) vuoto. Di 7 sale operatorie, causa mancanza di personale, ne sta funzionando una sola. Chi non ha spazio per fare la quarantena in casa si sta rivolgendo alla Caritas: nessuno spazio o convenzione sono stati attivati dal Comune in due anni per questa necessità. Ritengo che si debba parlare di fatti e cercare soluzioni, non continuare a dissertare a vuoto, affermando spesso, impudentemente, cose non vere.