Jacopo Brugalossi
Due ragazzi spoletini di 30 e 26 anni sono stati condannati ad un anno di reclusione per aver tentato, in concorso tra loro, un furto ai danni del “Circolo ricreativo per i dipendenti del Ministero della Difesa” situato in via dell’Anfiteatro, all’interno dell’ex Caserma Minervio.
I fatti risalgono all’ottobre del 2008. I due cercarono di introdursi nel circolo – all’epoca già dismesso – forzando la serratura di una porta di ingresso e sfondando il portone per accedere al locale. Il furto tuttavia non andò a segno, poiché un residente della zona li sorprese costringendoli alla fuga. Stamani, dopo aver ascoltato vari testimoni – tra cui l’agente di Polizia che per primo arrivò sul posto in seguito alla segnalazione del testimone oculare – e le conclusioni delle parti, il Giudice Roberto Laudenzi ha emesso un verdetto di colpevolezza, condannando i giovani a un anno di reclusione (pena sospesa).
Accolte quasi per intero dunque le richieste del Pubblico Ministero, la dottoressa Roberta Maio, che oltre ai 12 mesi di reclusione aveva chiesto una sanzione economica di 300 euro, non applicata dal giudice. L’avvocato Tito Sinibaldi del Foro di Spoleto, difensore d’ufficio degli imputati, aveva invece richiesto l’assoluzione dei suoi assistiti per non aver commesso il fatto, oltre alla derubricazione del reato da quello di furto a quello di danneggiamento, vista la mancanza di prove – ha sottolineato il legale – dell’effettiva introduzione nel locale.
Omicidio colposo – Una donna di Norcia, 69enne all’epoca dei fatti, è stata condannata a 10 mesi di reclusione per omicidio colposo (anche in questo caso la pena è sospesa) provocato da un incidente d’auto che risale al marzo del 2006. Stando a quanto riportano le carte processuali, l’imputata causò per sua negligenza, imprudenza e imperizia la morte della donna che viaggiava seduta al suo fianco a bordo di una Fiat 600. All’altezza di una curva sulla strada tra Cascia e Norcia, affrontata a 69km/h nonostante il limite fosse di 50, l’auto urtò la scarpata adiacente la sede stradale cominciando a ruotare su se stessa fino a ribaltarsi al centro della carreggiata. La poveretta morì quasi sul colpo a causa delle gravi lesioni riportate.
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