Sei abitazioni private, due garage, un'auto ed un conto corrente bancario, per un valore complessivo di 607 mila euro, sono stati confiscati a due albanesi indagati dalla polizia per droga. La decisione é stata presa dalla Corte d'appello di Perugia ed è arrivata dopo i sequestri svolti dalla Direzione anticrimine della questura. L’attività, resa nota nei giorni scorsi dall’anticrimine di Perugia è il risultato di indagini svolte negli ultimi sei mesi tra Assisi e Bastia Umbra.
Il provento dello spaccio torna alla comunità – ''Lo strumento della confisca patrimoniale – ha sottolineato il questore Nicolò D'Angelo – è un'importante misura di prevenzione. Un criminale senza soldi è meno pericoloso di uno con i soldi. Ora valuteremo che tipo di utilizzo avranno i beni confiscati. La questura mette in campo più strategie nella lotta contro la criminalità ''. I beni confiscati potranno essere utilizzati per scopi di pubblica utilità, l’aspetto più interessante è che quella della confisca è una procedura estremamente rapida ed efficace che in poco tempo toglie risorse ingenti alle associazioni criminali. ''L'attività svolta è utile ad aggredire i patrimoni illecitamente creati dai pregiudicati – ha detto il dirigente dell'anticrimine Luca Sarcoli – ed è prevista dalla normativa antimafia''.
Sorvegliati speciali – Sono 60 i sorvegliati speciali nella provincia di Perugia. La questura ha emesso anche 253 fogli di via e 161 avvisi orali. I dati, relativi al 2012, sono stati resi noti nella stessa occasione, dal dirigente dell'ufficio anticrimine Luca Sarcoli. Rispetto all'anno precedente – è stato detto – sono aumentate le sorveglianze speciali: 39 i pregiudicati con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, 20 quelle senza obbligo di soggiorno ed una con il divieto di soggiorno.
Daspo – Sul fronte stadio, invece, sono 32 i Daspo emessi dalla questura. I divieti di accesso alle manifestazioni sportive notificate dalla questura agli ultrà – spesso di tifoserie ospiti di squadre militanti in campionati minori – sono quasi raddoppiati rispetto al 2011, quando ne vennero eseguiti 18. Lancio di fumogeni, invasioni di campo, risse e incitamento alla violenza i motivi alla base dei provvedimenti.