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Telefono Azzurro, campagna contro bullismo e cyberbullismo

Il 23 e 24 novembre Telefono Azzurro sarà presente in 1300 piazze italiane in occasione della campagna di sensibilizzazione intitolata Accendi l’Azzurro, quest’anno incentrata sul tema bullismo, con la sua componente cyber, una piaga sociale protagonista assoluta sulle pagine dei quotidiani per via delle conseguenze psicofisiche devastanti sulle sue vittime, talvolta a causa della scarsa informazione che gravita intorno a questo fenomeno.
Telefono Azzurro darà candele per riaccendere la speranza contro il bullismo a fronte di donazioni, e distribuirà nelle piazze anche una guida gratuita preparata per aiutare genitori , bambini e ragazzi a fronteggiare il problema bullismo in costante crescita: lo confermano dati aggiornati allarmanti diffusi da TA insieme a Eurispes sul fenomeno secondo i quali il 79% degli atti di bullismo avvengono a scuola, episodi ai quali hanno assistito il 51% dei ragazzi, ben il 15% ne è rimasto vittima.
Simbolo di Accendi l’Azzurro sarà quindi una candela che verrà donata ai partecipanti a fronte di una raccolta fondi finalizzata nel sostenere tutte le attività dell’Associazione in corso da 25 anni, a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. Telefono Azzurro dunque con i suoi operatori e volontari torna fra la gente per testimoniare il proprio impegno concreto su tutti quei temi, come il bullismo, che mettono in pericolo una crescita serena ed equilibrata di bambini e adolescenti e per mettere in guardia loro e i propri genitori nel riconoscere e affrontare un fenomeno caratterizzato principalmente da soprannomi spiacevoli (nel 60% dei casi); derisione per l’aspetto fisico (47%) ed esclusione dal gruppo (46%).
“Il Bullismo non è un gioco. non è un momento di passaggio che ‘aiuta a crescere’ – avverte Ernesto Caffo, professore di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Presidente di SOS IL Telefono Azzurro Onlus -. Non è un episodio limitato al periodo dell’adolescenza, o a uno spazio fisico, come la scuola, il parchetto cittadino, il quartiere… Il bullismo tra coetanei è un fenomeno sempre più presente nelle vite di migliaia di bambini e adolescenti italiani, espressione di un disagio personale e sociale che porta spesso a conseguenze drammatiche. Un fenomeno che ha assunto negli ultimi anni anche forme più insidiose, che passano attraverso un uso distorto del web e dei social network. Espressione di una violenza che genitori, insegnanti e realtà educative faticano a intercettare, e di fronte alla quale si trovano sprovvisti di strumenti e competenze per agire”.
“L’esperienza maturata in anni di attività e il confronto internazionale con esperti in materia indicano che il fenomeno deve essere contrastato soprattutto attraverso la prevenzione – continua Caffo -. Promuovendo corsi di sensibilizzazione e formazione che coinvolgono insegnanti, genitori e pediatri; realizzando progetti nelle scuole con bambini e ragazzi – anche attraverso la peer education (educazioni tra pari); informazioni e consigli attraverso la rete, Telefono Azzurro contribuisce a contrastare il bullismo e a promuovere un utilizzo più sicuro di internet tra bambini e ragazzi.
Il bullismo infatti ha trovato in Internet e nei social network un terreno molto fertile per affondare le sue radici e crescere in maniera incontrollata e invisibile. Il bullismo è sempre più “cyber” con l’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione utilizzate per arrecare danno a una persona, in modo ripetuto nel tempo. Sempre secondo indagini di TA e Eurispes condotte sugli studenti italiani risulta che addirittura il 20% dei ragazzi ha trovato proprie foto imbarazzanti online, il 23,6% ha trovato informazioni false sul proprio conto.
La “chiamata in piazza” di Telefono Azzurro vuole essere dunque un primo momento di incontro e confronto con le famiglie e l’occasione per raccontare gli strumenti attraverso i quali l’Associazione da anni opera su questo fronte: a partire dall’ascolto – con una linea telefonica 19696 e una chat dedicata – alle attività di prevenzione svolte direttamente nelle scuole, fino a momenti di formazione e informazione rivolti a insegnanti e genitori, e a iniziative di educazione partecipata che coinvolgono direttamente bambini e adolescenti.
I 4 miti da smentire sul bullismo
1) Il bullismo esiste solo nei contesti degradati: Non è vero. Il bullismo può esistere in tutti i quartieri, in tutte le città, in tutti i contesti sociali o culturali, anche se cambiano le forme. Ci sono luoghi dove le aggressioni fisiche sono molto diffuse, altri contrassegnati dalle prese in giro o dalle esclusioni.
Ma la natura del bullismo non cambia.

2)Il bullismo rende i ragazzi più forti: È forse il luogo comune più diffuso sul bullismo. E quello che fa più
male. Perché è la dimostrazione di come gli adulti sottovalutino la situazione di disagio e violenza in cui precipita un adolescente

3)Il bullismo è sempre esistito, è una cosa normale, vero. Purtroppo il bullismo è sempre esistito. Ma oggi la violenza dei bulli utilizza canali più infidi, ed estremamente più potenti: il web e in particolare i social
network, dove gli adolescenti (ma anche i loro genitori) sono ancora più indifesi.

4) Il bullismo è una cosa da maschi: falso. Sono sempre più numerose, invece, le ragazze coinvolte in casi di bullismo. O perché vittime della violenza e della maldicenza di coetanee, o perché vittime di ricatto sessuale e di episodi di sexting, dove sono sempre la parte più vulnerabile.