Tela Umbra, bilancio di fine mandato per il presidente Luciano Neri - Tuttoggi.info

Tela Umbra, bilancio di fine mandato per il presidente Luciano Neri

Davide Baccarini

Tela Umbra, bilancio di fine mandato per il presidente Luciano Neri

Il numero uno della società cooperativa dice la sua su passato, presente e futuro dopo i 6 anni della sua gestione "Partecipate siano liberate dal giogo della politica"
Gio, 12/05/2016 - 16:32

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Con il suo secondo mandato ormai agli sgoccioli, il cui termine scadrà proprio la prossima settimana, il presidente di Tela Umbra Luciano Neri ha fatto un bilancio degli ultimi 6 anni che lo hanno visto a capo della storica società cooperativa.

Gli inizi –Abbiamo preso Tela Umbra 5 anni e mezzo fa, quando era praticamente morta, – ha dichiarato Neri – c’erano rimaste 2 sole lavoratrici e la struttura societaria era saltata (il numero minimo di una cooperativa è di 6 operatori, ndr). Tela Umbra e le altre strutture ‘franchettiane’ stavano per chiudere perché era in atto un tentativo consapevole di deliberato omicidio: morto l’ultimo erede testamentario dei Franchetti, infatti, tutto il patrimonio ha rischiato di essere svenduto dalla pubblica Amministrazione. Noi abbiamo fermato tutto ciò 5 anni fa, decidendo di ricorrere al tribunale se necessario. Abbiamo salvato questa azienda che, oltretutto, aveva 150 mila euro di debito pregresso”.

Il presente – Neri, ribadendo come Tela Umbra sia l’unica partecipata “dove gli amministratori svolgono funzioni in forma volontaria”, ha quindi aggiunto: “Oggi riconsegniamo alla città un’azienda integralmente risanata, i cui debiti sono stati pagati, il bilancio è in pareggio e la cui struttura produttiva è stata ricostituita e riqualificata anche dal punto di vista lavorativo”. 

Il problema –La politica in Italia è diventata eccessivamente ingombrante. – sottolinea il presidente – Non si può avere una struttura privata dal punto di vista giuridico e organizzativo gestita, al tempo stesso, da logiche di carattere partitocratico e clientelare. O si fa l’una o si fa l’altra. I lavoratori devono essere scelti secondo le proprie competenze e non tramite altri criteri. Le partecipate devono essere liberate dal giogo della politica, solo così avranno la possibilità di stare sul mercato. Tela umbra, ad esempio, ha un bilancio in ordine ma una vendita troppo instabile”. Neri ha infatti parlato di una sovrapproduzione rispetto ad un canale vendita praticamente chiuso, “appena il 30%  di quello che si potrebbe potenzialmente vendere. Praticamente una Ferrari che sta andando ai 20 km/h. Il nostro marchio negli Stati Uniti, per esempio, sfiorerebbe i 300”.

Possibili soluzioni e proposte – In attesa di sapere qualcosa in più sul suo successore Neri ha voluto illustrare anche alcune proposte per l’immediato futuro di Tela Umbra e delle società partecipate in generale. Secondo Neri, ad esempio, la struttura della piccola media impresa di Città di Castello e dell’Alto Tevere è di grande qualità dal punto di vista manifatturiero, ma priva di assistenza pubblica e amministrazioni lungimiranti che permettano alle varie aziende di essere conosciute a livello nazionale e internazionale. Il presidente ha detto che c’è bisogno di un prodotto “Made in Alto Tevere” di eccellenza, che sia liberato dall’ ‘occupazione politica’ e promosso come si deve, soprattutto da un target giovanile. Senza comunicazione e promozione, infatti, non c’è crescita. Serve una struttura produttiva intellettuale e culturale. Prima di noi nessuno conosceva Alice Hallgarten, sulla quale ho fatto seminari anche all’estero. Siamo la metafora di quello che potremmo essere e di quello che non siamo”.

Cosa servirà a Tela Umbra – “Noi – aggiunge Neri – abbiamo ricollocato il treno sulle rotaie. Oggi bisogna costruire un’azienda con figure professionali adatte. Qui a Tela Umbra, d’ora in avanti, ci vuole un’Amministratore delegato, chi controlla la produzione, e un responsabile della comunicazione e vendite. L’unica possibilità che Tela Umbra ha di sopravvivere è trasformarsi in un azienda vera e propria, sana, trasparente e capace di essere competitiva sul mercato.Pagare le partecipate con i soldi pubblici è un delitto. La vita di un’azienda non può essere garantita dall’appartenenza ad un partito ma dalla sua effettiva forza lavorativa”

Il successore – Riguardo al successore – ha detto Neri – spero che ci sia un coinvolgimento della città e una discussione pubblica. Più di aver strappato Tela Umbra alla morsa della politica non possiamo fare. Solo la comunità può davvero garantire la tutela dell’azienda, a cominciare dallo scegliere figure capaci di guidarla. Il prossimo presidente dovrà essere una persona inattacabile, e indipendente, culturalmente prima che professionalmente, e con un team che abbia una dimensione industriale, Tutto questo, come detto, insieme ad un coinvolgimento corale della comunità”.

Contentissimi del nostro lavoro – conclude il presidente – ora consegniamo l’azienda alla città. Speriamo di non ritornare a 5 anni fa, quando politiche partitiche si erano appropriate di Tela umbra. Soprattutto speriamo che non si decida, oggi, in base ad esigenze elettorali. Come del resto è stato fatto con Polisport”.

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