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Tecnologia per tornare a vivere: presentato a Umbertide Ekso, l’esoscheletro che viene dalla California – lo spettacolare VIDEO della dimostrazione

Alessia Chiriatti

“Coniugare l’innovazione, tecnologica e della ricerca, e la tradizione nei servizi sanitari ottenendo risultati un tempo impensabili”: è questa la mission che il Gruppo Prosperius, formato da diverse società legate alla fornitura di servizi sanitari multispecialistici in Umbria e Toscana, si propone, incarnando uno dei principi fondamentali della medicina, ossia il rispetto dell’individuo e la dedizione nelle cure verso il singolo. In questo spirito, questa mattina a Umbertide, presso la Clinica di Riabilitazione Prosperius Tiberino, è stato presentato Ekso, l’esoscheletro in grado far tornare a camminare persone affette da difficili patologie al midollo o immobilizzate a seguito di incidenti, “il primo robot computerizzato che permetterà ai pazienti neurolesi di deambulare”. Una tecnologia americana, che arriva dalla California ed è prodotta dalla Ekso Bionics, progettata grazie alla sinergia tra team specializzati provenienti da diversi centri da ogni parte degli Stati Uniti. Sbarcherà per la prima volta in Europa a Maggio, e sarà accolta proprio qui in Umbria. A presentare questo miracolo della robotica applicata alla medicina c’erano Bruno Vespa, la Presidente Catiuscia Marini, il Vescovo di Gubbio Monsignor Ceccobelli, e Giampiero Giulietti, il Sindaco di Umbertide. Assenti invece Renato Balduzzi, Ministro della Salute, e Francesco Bistoni, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia. La descrizione tecnico-scientifica è stata invece affrontata dal Dottor Mario Bigazzi, Direttore del Gruppo Prosperius, da Andrea Casciari, Direttore Generale della USL1 dell’Umbria e da Andy Hayes, Direttore della Ekso Bionics. Le caratteristiche dell’esoscheletro sono versatili ed adattabili ai diversi tipi di corporatura: un’altezza variabile da 1 metro e mezzo a 1 metro e 90, per un peso non superiore ai 100 chili. Ekso ha un’autonomia di 4 ore, e consente al paziente di rimanere in piedi tra i 15 e i 60 minuti consecutivi. È gestito attraverso un telecomando dal fisioterapista che lo segue costantemente, aiutando la persona nelle manovre più complesse. Ma il miracolo sta nella reale possibilità di utilizzo: dopo l’attenta diagnosi che il team di specialisti esegue sul paziente, valutando scrupolosamente ogni variabile e procedendo, in caso positivo, con i primi interventi di riabilitazione, l’uso di Ekso consente al malato di tornare a camminare, seppur con le stampelle, dopo i primi 10 minuti. Il progetto è ancora agli albori, ma ha già dato ottimi risultati, sperimentato soprattutto su persone che hanno smesso di camminare da non moltissimo tempo, per via del vigore del loro tono muscolare: su un totale di 250 persone costrette sulla sedia a rotelle, ben il 30% arriva ad usare il robot con successo. Hanno inoltre beneficiato della tecnologia e delle cure messe a disposizione dal centro Prosperius atleti come Gabriel Batistuta, Fabio Bazzani e Marco Delvecchio. Ma gli scienziati lo sottolineano: “non deve essere una ricerca destinata solo agli sportivi, ma deve consentire anche a persone, il cui desiderio è solo quello di alzarsi in piedi, di tornare a sognare e a vivere”.

Le testimonianze e gli interventi – Ha commosso tutti l’esperienza di Amanda, una donna americana che usa Ekso: “sono tornata a camminare per mia madre, oltre che per me. Ogni volta che mi alzo in piedi è come se fosse la prima volta: riesco così a guardare negli occhi le persone che ho di fronte, ad avere una prospettiva differente di ciò che mi è intorno. Sono una donna felice – ha continuato Amanda – : posso sciare, guidare la jeep, fare parapendio, quando fino a poco tempo fa avevo dimenticato anche quanto fossi alta. È importante non lasciarsi andare nei casi come il mio, ma è anche necessario che l’accettazione e la speranza convivano”. Bruno Vespa, durante la conferenza stampa, ha poi incalzato l’Assessore alla Sanità della Regione Umbria, Franco Tomassoni, sull’aiuto economico che proprio la regione potrà fornire alla sanità affinché siano in tanti a poter coronare il proprio sogno: “non è che riabilitare sia un costo aggiuntivo – ha incalzato l’Assessore – . Si tratta infatti di guardare alla qualità della vita, perché questa migliori e non sia solo dignitosa. È importante pensare a tal proposito anche all’accesso ad altre fonti di finanziamento, comunque pubbliche”. Primario a tal proposito l’accordo tra l’ente regionale e l’INAIL, siglato negli ultimi mesi, in funzione di quell’universalismo assistenziale che sta alla base dello stato sociale. “Siamo solo all’imbocco del fiume” – ha poi affermato Hayes – ma stiamo lavorando con centri di eccellenza, come quelli di Tokyo e nelle Hawaii. Il nostro obiettivo è fare in modo che, fra due anni, ogni paziente possa portare a casa il suo Ekso”. La Presidente Marini ha poi colto l’occasione per ricordare come l’Umbria, in questi anni, si sia impegnata, “grazie ad una rigorosa programmazione, nel definire un modello di sanità sempre più capace di rispondere con appropriatezza alla domanda di salute dei cittadini umbri. Voglio anche ricordare il recente riconoscimento giunto dall’indagine dell’associazione ‘Giustacausa’ – ha aggiunto – che riconosce alla nostra regione il primato di avere il più basso numero di casi di malasanità fra le regioni italiane”.