Enrico Melasecche (*)
Il risveglio elettorale di Di Girolamo, dopo un quinquennio sonnolento e remissivo, lo porta oggi alla enunciazione di tutto e di più. Ha iniziato il 2014 con una rassegna trionfalistica quanto improbabile dei risultati di mandato che lascia tutti a bocca aperta mentre gli uffici sono impegnati per gonfiare il bilancio sociale di fine quinquennio come se la gente fosse cieca e sorda di fronte al quadro desolante che si presenta. Ha poi proseguito tirando fuori dal cassetto regionale l'ennesima promessa della Città della Salute, da ben 12 anni sull'altalena degli appuntamenti elettorali.
Lunedì scorso ha fatto approvare dalla propria maggioranza, con soli 20 voti, la delibera sul Verdi, frutto di una serie di pasticci incredibili e di retroscena ancora misteriosi, come il rifiuto dell'Assessore ai LLPP di produrre la corrispondenza con Mario Botta, l'archistar internazionale, contenente una diversa idea progettuale fatta sparire da Ricci come “rapporti personali”. Una mancanza grave di senso delle istituzioni. Non si comprendono le ragioni per cui abbia da nascondere alla città documenti e rapporti che ineriscono il suo incarico pubblico.La delibera è inficiata da numerose irregolarità .
Abbiamo esaminato le carte, quelle almeno che siamo riusciti a farci consegnare, e denunciamo alla città tutta una serie di gravi anomalie, formali e sostanziali, per cui inoltriamo a tutte le autorità competenti una richiesta particolarmente argomentata cui chiediamo con urgenza risposte non evasive per giungere, come riteniamo doveroso, all'annullamento della delibera in autotutela. Se ciò non dovesse avvenire non escludiamo ricorsi al TAR da parte di qualsiasi cittadino che abbia a cuore le sorti dello storico Teatro Comunale.
Ci sono palesi difformità fra quanto dichiarato e quanto risulta dal PRG, si è saltato a piè pari il Piano Attuativo obbligatorio, che avrebbe consentito il libero ed aperto confronto, comprese le opposizioni formali nei modi di legge, non con la prova muscolare del voto di consiglieri sottoscopa per il timore di mancate ricandidature. L'attestazione di “regolarità tecnica” è a parere di esperti un vero colabrodo, e lo dimostreremo. Avevamo denunciato l'assurda manovra personalistica, frutto di vendette personali, che, per la prima volta nella storia del Comune ha impedito che le funzioni di Ingegnere Capo fossero coperte da chi conosce la materia, proprio quando a Palazzo Spada occorreva la massima competenza. Infine l'emendamento Ricci, pasticciato anche quello, ha presupposti di falsità palesi. C'è¨un po' di tutto.
A Terni c'è¨ chi dice di fare opposizione e chi la fa, seriamente, con proposte, presenza e competenza. Nei prossimi giorni illustreremo e diffonderemo il nostro documento, carte alla mano,e con dovizia di particolari.
(*) caporguppo UdC