“Si chiude il sipario sulla buffonata delle marionette. Si sta completando il montaggio della gru entro il 14 luglio. Poi la demolizione dei poveri muri insicuri realizzati dopo i bombardamenti con il materiale incerto che si recuperava in quegli anni” – è quanto dichiarato dall’assessore regionale Enrico Melasecche, riguardo il cronoprogramma dei lavori di restauro del teatro Verdi, dopo l’installazione della maxi-gru nei pressi del teatro “Si entra quindi nel vivo dei lavori di entrambi gli stralci – spiega Melasecche – che porterà alla realizzazione del volume centrale, del ridotto interrato poi di tutto il teatro entro il 2026, una sfida contro il tempo considerato oltre un anno ormai trascorso dalla consegna del cantiere ed i tentativi dichiarati di trovare reperti archeologici (che non esistono) per riuscire a bloccare tutto, tenuto conto delle sciocchezze gridate ai quattro venti contro il teatro, delle manovre poste in atto e dalle visite in cantiere non concordate che non hanno di certo fin qui facilitato il compito dell’impresa e delle maestranze”.
“Qualcuno si chiede se ci troviamo di fronte a qualche cappellaio pazzo di “Alice nel paese delle meraviglie”. Un Comune che commissiona un’opera di tale importanza, ma che vomita in continuazione improperi contro la stessa credo solo oggi a Terni si riesce a trovare – continua Melasecche – Questo è un grande risultato per l’intera città che da decenni reclama il proprio teatro. Alcuni ne hanno osteggiato la realizzazione sin dall’inizio, non rendendosi conto del danno che arrecavano a Terni, privata del proprio teatro storico da una generazione”.
“Il consulente di Bandecchi, si è reso conto di esser stato preso per i fondelli. Novello Prometeo, eroe del no a tutti i costi, promette di incatenarsi ma, dimentico della solenne minaccia che ha fatto tremare l’intera città che attende attonita la scena madre di questa commedia all’italiana, rassegna invece le dimissioni da commissario del popolo” – Melasecche allude all’architetto Paolo Leonelli che si è dimesso dall’incarico su super consulente del sindaco Bandecchi per il restauro del Verdi che si è detto “preso in giro” dalla giunta dello stesso Bandecchi per come non sono stati portati avanti i lavori: registriamo dunque l’ennesima defezione dall’entourage del sindaco, sempre più isolato al comando. Melasecche affonda: “L’assessore intanto continua a dire amenità (si tratta dell’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Maggi). Odia il progetto per ordine del sindaco ma intanto il cantiere parte perché perdere 20 milioni che il progetto ha acquisito costituisce un danno erariale e non se la sente di vendere casa solo per far contento il sindaco”.
“Sarebbe interessante mandare in scena in una delle prime rappresentazioni, un’opera buffa, un teatrino delle marionette, in cui dare spazio e voce a certa varia umanità di cotanti architetti, storici dell’arte, piccoli dittatori del proprio bello, muscolosi sputatori, politici alla Albanese che promettono di sfondare l’Europa, conquistare Palazzo Chigi, dominare Palazzo Donini per poi tenersi stretto, strettissimo Palazzo Spada, da cui sanno che al massimo fra tre anni e poco più saranno sfrattati – conclude Melasecche –
Dove finiranno tutti questi piccoli Crozza da strapazzo? Li dimenticheremo e Terni potrà riprendere la propria vita in positivo. Qualche ternano verace direbbe sull’eco dei versi di Furio Miselli … “come si ridotta male Terni mia!” Intanto l’Umbria delle idee sane e del fare, della dignità e del decoro, nonostante tutto, con il Teatro Verdì che rinasce, fa un piccolo, importante passo avanti e conta i giorni in cui ci libereremo di queste controfigure”.
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