Dopo 23 assemblee negli 8 comuni del Trasimeno, con la significativa partecipazione di 1900 iscritti pari a quasi il 30 per cento sul totale, la Lega SPI Cgil del Trasimeno ha tenuto il suo quinto congresso territoriale lo scorso 29 settembre a Tavernelle, nella grande e accogliente “Casa delle Associazioni della Valnestore”, meglio conosciuta come “L’Occhio”, di recente data in gestione al Centro Sociale Anziani di Panicale e Piegaro.
Sanità e infrastrutture, trasporti, politiche sociali, assistenza domiciliare sono stati i principali temi congressuali del più importante sindacato dei pensionati del territorio: la Lega SPI del Trasimeno è, in Umbria, seconda solo a Perugia ma con un miglior rapporto iscritti/abitanti.
Hanno partecipato ai lavori congressuali 75 delegati del Trasimeno, sempre guidati da Ivo Banella, Segretario SPI Cgil del Trasimeno e non potevano certo mancare gli esponenti più importanti del sindacato in Umbria: il Segretario Generale Cgil di Perugia Filippo Ciavaglia, la Segretaria Generale SPI Cgil dell’Umbria Maria Rita Paggio e Graziano Massoli, Segretario Generale SPI Cgil della Provincia di Perugia; sono intervenuti anche Giulio Cherubini, sindaco di Panicale e “padrone di casa” e il sindaco di Magione Giacomo Chiodini. Alla fine dei lavori Ivo Banella è stato riconfermato, con voto unanime, alla guida della Lega SPI Cgil del Trasimeno anche per il prossimo mandato.
«Il confronto che abbiamo svolto sulla piattaforma congressuale della CGIL dal titolo “Il Lavoro è” – ha dichiarato Ivo Banella – ci permette di affrontare al meglio i lavori di questo congresso che si svolge in un momento di crisi economica e sociale difficile per il Paese, una crisi che continua a produrre i suoi effetti devastanti, unita ad un assetto politico aperto agli esiti più imprevedibili, anche dal punto di vista democratico e anche il nostro essere parte dell’Europa è costantemente messo in discussione. È evidente che le politiche europee e il senso di identità del nostro Paese vadano riviste, come più volte sottolineato dalla Cgil, ma la nostra comunità non può essere sottoposta a continue fibrillazioni. Il governo giallo/verde si caratterizza per il continuo attacco al nostro ruolo, per poi cercare l’accordo con il sindacato sulle vicende ILVA esaltando il fatto che fosse salvaguardato l’articolo 18 in quell’importante azienda, salvo poi dimenticarlo nell’approvazione del Decreto Dignità con la reintroduzione dei voucher. Per non parlare poi dell’azione portata avanti dal vero capo del Governo, Matteo Salvini, concentrato ad alimentare razzismo e xenofobia, facendo dimenticare che non esiste un’emergenza sbarchi e realizzando, nei fatti, un patto di ferro con le destre europee più estreme da Orban a Le Pen. A questa azione devastante si deve rispondere con un progetto, anche questo è il terreno su cui si muove la CGIL, la più grande organizzazione in Italia con più di 5 milioni e mezzo di iscritti. In questa tempesta che attraversa il Paese, la CGIL ha confermato la sua solidità, la sua rappresentanza e la sua autonomia: lungo gli oltre 110 anni della nostra storia non abbiamo mai rinunciato ad avere il nostro profilo e una nostra piattaforma, questo è valso nei confronti sia dei Governi di Centrodestra che di Centrosinistra».
Banella ha poi elencato le parole chiave del congresso: “uguaglianza”, con le politiche neo-liberiste che incece hanno precarizzato e svalorizzato il lavoro aumentando le disuguaglianze, generando solitudine e rancore; “sviluppo”, in quanto le politiche di austerità hanno dimostrato di essere inique ed inefficaci e quindi occorre rilanciare lo sviluppo attraverso investimenti pubblici e privati come previsto nel piano per il lavoro; “diritti e cittadinanza” e infine “solidarietà e democrazia” per contrastare le risposte individuali con un’azione collettiva che rilanci la confederalità.
«Per uscire dalla crisi servono politiche economiche e sociali, puntando sulla democrazia e la rappresentanza dei lavoratori. Fondamentale è la necessità di costruire un welfare solidaristico ed inclusivo, superando la Legge Fornero, per introdurre un sistema previdenziale pubblico solidaristico ed equo che unisca le generazioni e le diverse condizioni lavorative. Per questo proponiamo un sistema flessibile di accesso alla pensione dai 62 anni, un limite massimo di contribuzione di 41 anni, il riconoscimento dei lavori gravosi e discontinui nonché del lavoro di cura per le donne».
Sul fronte servizi Banella ha criticato la sanità integrativa, tutta sbilanciata ad incrementare gli interessi dei privati, con un eccessivo carico sulla fiscalità generale.
«Occorre una legge nazionale per migliorare la sanità in tutte le Regioni e chiediamo di incrementare il finanziamento del fondo per il servizio sanitario nazionale, garantendo così anche in Umbria, una dotazione di servizi sulla prevenzione, negli ospedali e nel territorio adeguata alle necessità dei cittadini, abbattendo le liste di attesa, anche con la sospensione dell’intramoenia, eliminando la mobilità passiva potenziando i servizi nei singoli distretti. Fondamentale è la legge sulla non autosufficienza a carico della fiscalità generale e la promozione dell’invecchiamento attivo come sempre proposto dallo SPI-Cgil. Nel nostro territorio l’assenza di risorse adeguate non permettono di intervenire, come sarebbe necessario, sulla non autosufficienza: sono oltre 100 le famiglie in attesa di un posto nelle residenze protette per anziani ed è ancora assente una struttura diurna per l’Alzheimer e gli autistici. In questi anni il nostro impegno è stato importante anche sulla contrattazione sociale con i Comuni: nel 2018 sono stati fatti accordi con 7 Comuni su 8 del territorio».