Un calo del lavoro del 97%, e nessun aiuto concreto, dalla Regione o dallo Stato. Lo denunciato i tassisti umbri, che martedì 21 luglio hanno protestato sotto Palazzo Donini.
“Abbiamo lavorato spesso per spirito di dovere, rispondendo alle richieste di persone anziane, sole o portatrici di handicap, molte volte offrendo gratuitamente i servizi. E ci sono stati molti giorni, sotto lockdown, dove i taxi in servizio hanno chiuso la giornata con zero corse. Come succede ancora oggi in molti centri minori“, le lamentele.
Calo di lavoro per le auto bianche: sotto lockdown -97%
“Col lockdown imposto dal governo – spiegano da Uritaxi Umbria – e con il blocco di tutti gli spostamenti non essenziali, si è venuto a verificare uno stallo quasi completo del servizio, seppure la finalità di servizio essenziale non ha completamente bloccato i taxi, i quali con tutte le restrizioni del caso hanno comunque garantito gli spostamenti essenziali richiesti soprattutto per supermercati, farmacie e ospedali, ma con un calo effettivo del lavoro vicino al 97%“.
L’attuale situazione dopo le riapertura post lockdown registra invece una flessione del lavoro vicina all’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre per tutto l’anno in corso non dovrebbe riprendere più della metà rispetto all’anno scorso, nei grandi centri o nei centri turistici. “Per quello che riguarda i piccoli centri della Regione la situazione è anche peggiore – segnalano i tassisti umbri – per mesi non si sono avute richieste e attualmente si registrano poche corse nell’intero arco della giornata“.
A fronte di questo calo, “sono rimaste in essere tutte le spese di gestione: gasolio, INPS, Inail, tasse, assicurazioni RC auto, assicurazioni vita e integrative, quote di cooperativa e servizio radiotaxi, manutenzione mezzi alle quali si sono aggiunte quelle di pulizia e sanificazione straordinaria, acquisto DPI, e divisori anti Covid, nonché le spese private di gestione familiare. A questo si è aggiunta la difficoltà nella sospensione dei mutui e dei leasing dei mezzi che in molti casi non è stato possibile sospendere e che a settembre ripartiranno“.
Le richieste dei tassisti umbri
Per questo i tassisti umbri chiedono:
- contributi a fondo perduto, in integrazione a quelli erogati dallo Stato (come hanno disposto molte altre regioni), da destinare alle aziende artigiane o più specificatamente al TPnL, contributi che vadano a coprire almeno in parte le spese di gestione.
- rimodulazione delle restrizioni sul limite degli occupanti delle autovetture pubbliche, di due persone per vettura per vettura (anch’esso fatto in altre regioni).
- emanazione di voucher da distribuire ai turisti e alle fasce di popolazione più debole e che hanno necessità di spostamenti per cura o bisogno.
“Questi voucher – concludono i tassisti umbri – avrebbero una tripla finalità: sostenere il TPnL, favorire lo spostamento turistico rendendo le città Umbre più appetibili verso altre mete, e favorire la mobilità di soggetti deboli che in condizioni normali non avrebbero possibilità di accesso economico al servizio“.