Assisi

Tasse sul volontariato, frati di Assisi all’attacco | Governo fa retromarcia, ma non subito

Il Governo taglia le agevolazioni sull’Ires (imposta sul reddito delle società) per gli enti che si occupano di volontariato ed insorge il mondo cattolico, prima la Cei, poi i frati di Assisi. Ed è proprio l’intervento di padre Enzo Fortunato (nella foto), direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, a scatenare il dietrofront del Governo, partito con quello del ministro Luigi Di Maio.

Tutto è iniziato dopo che nella manovra di bilancio è stata inserita una norma che taglia le agevolazioni sull’Ires che interessano gli enti non profit, finora del 50% (con una aliquota quindi al 12% invece che al 24%). Ad insorgere è tutto il terzo settore, ma anche la Chiesa cattolica. Il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti, in una intervista su Repubblica nelle ultime ore ha attaccato duramente il Governo. “Il nostro Paese sta vivendo un momento difficile, – ha detto il presidente dei vescovi italiani – ma non mi sarei aspettato di vedere colpito il volontariato e tutto ciò che rappresenta: si tratta di migliaia di istituzioni senza fini di lucro, che coprono uno spettro enorme di bisogni ed esigenze, da quelle ambientali a quelle sanitarie, da quelle di supporto alla coesione sociale e di contrasto alla povertà a quelle ricreative, culturali ed educative”.

Nella giornata di giovedì arriva appunto anche la presa di posizione dei frati di Assisi, attraverso un editoriale di padre Enzo Fortunato. “L’atto della Manovra che si sta consumando in questi giorni – scrive su Sanfrancescopatronoditalia.it – pone serissime riflessioni: si cerca di distruggere il bene, si cerca di destabilizzare chi vuol essere strumento di bontà, si cerca di tagliare la possibilità di fare di più. La cancellazione dello sconto del 50 per cento sull’Ires, l’imposta dei redditi sulle società. Un taglio delle agevolazioni che non riguarda soltanto le realtà collegate alla chiesa, ma anche il volontariato e tutto ciò che esso rappresenta nella cultura, nell’impegno disinteressato di uomini e donne della nostra Italia.

Si tratta di migliaia di istituzioni senza fini di lucro che partono dal nord al sud dell’Italia e coprono come un manto gli enormi bisogni ed esigenze: da quelli ambientali e a quelli sanitari, da quelli che sorreggono la coesione sociale al contrasto delle povertà, da quelli educativi a quelli ricreativi. Animando un sentimento, che fa bene, prima ancora che alla chiesa, allo Stato; anzi alla nostra comunità come l’ha chiamata papa Bergoglio, auspicando una politica nobile nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace che vivremo il primo gennaio. Un sentimento che fa bene alla nostra Italia e non solo a una parte del nostro Paese. E’ pensare che tra i promotori di questa legge, alcuni sono nati il 4 ottobre e se fossero nati il 3 gennaio? Ecco perché c’è seriamente da preoccuparsi. Nonostante tutto continueremo a credere, a batterci per un mondo migliore. Noi siamo il popolo di Francesco che va incontro a Cristo, come ha augurato il custode del sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti; nel cuore della basilica di San Francesco”.

In giornata arriva quindi la presa di posizione del Governo. Il primo a fare marcia indietro sulla norma che penalizza il mondo del volontariato è stato il vicepremier Luigi Di Maio: “Modificheremo la norma“. Non subito, però, la manovra finanziaria va infatti approvata alla Camera così com’è, altrimenti salta tutto. “Non possiamo intervenire nella legge di bilancio – ha spiegato il ministro del Lavoro – perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l’impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Inoltre abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima”.

A stretto giro la conferma anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Le iniziative di solidarietà degli enti non profit, anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un’efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il Governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall’inizio ha dedicato grande attenzione. Per questo in merito alla norma sull’Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale“.

Ad essere penalizzati dalla misura contenuta nella manovra non c’è solo il mondo del volontariato e gli enti di assistenza, beneficenza, sociali e ospedalieri, ma anche istituti di istruzione, accademie, fondazioni, associazioni storiche, letterarie, scientifiche e di ricerca senza scopo di lucro.