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Tassa soggiorno, Confcommercio attacca ” Via da Perugia e no introduzione a Spoleto”

“Nonostante l’esperienza del capoluogo abbia dimostrato che l’imposta di soggiorno procura un danno concreto al turismo e nonostante le nuove amministrazioni comunali avessero proclamato in campagna elettorale la loro contrarietà verso questo ulteriore balzello, il problema è ancora molto lontano dall’essere risolto. Al contrario, le mancate decisioni da un lato e le manovre che vediamo in alcune aree del territorio dall’altro, stanno generando tra gli imprenditori del settore ulteriori pesanti preoccupazioni per il futuro del turismo in Umbria”.

Vincenzo Bianconi, presidente di Federalberghi della provincia di Perugia – Confcommercio, richiama fortemente le amministrazioni comunali al rispetto degli impegni assunti con gli elettori e a riconsiderare le decisioni assunte, o che sono in procinto di essere assunte, in materia di imposta di soggiorno.

“Il caso di Perugia è emblematico”, spiega Bianconi. “I dati sul turismo, e le informazioni che raccogliamo in forma diretta dagli imprenditori del settore, dimostrano senza ombra di dubbio che l’introduzione dell’imposta di soggiorno nel capoluogo ha frenato il movimento turistico verso il territorio, specie nel caso del turismo organizzato per il quale anche pochi euro fanno la differenza nella scelta di una destinazione a scapito di un’altra.

Nonostante le promesse della campagna elettorale, la nuova amministrazione comunale di Perugia non sta dando segnali che ci facciano sperare in un cambiamento di rotta. Inoltre – aggiunge il presidente Bianconi – non ci sono segnali incoraggianti nemmeno circa la destinazione delle risorse che sono entrate nelle casse comunali grazie all’imposta di soggiorno. Non solo gli imprenditori, che fanno gli esattori per il Comune, non sono stati coinvolti  nella definizione dei progetti da finanziare, ma non ci risulta che queste risorse siano state destinate alla promozione del turismo e quindi dell’economia del territorio.

In questo momento, altri Comuni umbri, come quello di Spoleto, hanno espresso l’intenzione di introdurre l’imposta di soggiorno, sebbene, anche in questo caso, le dichiarazioni della vigilia elettorale andassero espressamente nel senso contrario.

Gli albergatori – sottolinea Bianconi – sono stanchi di una politica che promette e non mantiene, di una politica che sceglie la strada breve della tassazione a oltranza in settori come il turismo, a parole, definiti strategici. Che non considera le difficoltà che avrebbero le imprese se l’imposta di soggiorno fosse introdotta ora per il 2015, quando già sono state impostate le attività e le campagne di comunicazione, definiti e sottoscritti gli accordi commerciali”.