Ancora un No, nettissimo e motivato, all’ipotesi di istituire nelle città Umbre, a cominciare dal capoluogo, la tassa di soggiorno. E, altrettanto ferma, la richiesta di essere coinvolti direttamente dagli interlocutori istituzionali ai tavoli in cui si dovesse trattare questo argomento. Ancora unanimi in questo sento gli albergatori aderenti a Federalberghi della provincia di Perugia – Confcommercio, presenti al Forum del Turismo del 5 Dicembre scorso all’ Hotel Plaza di Perugia, dal titolo “ Recessione o Rilancio”.
Le argomentazioni di Federalberghi sono riassunte in nove punti, altrettanti motivi che giustificano il No della organizzazione alla tassa di soggiorno:
1. La tassa, anzitutto, renderebbe il territorio umbro meno competitivo sul mercato nazionale ed internazionale.
2. Si creerebbe il rischio, a livello regionale, di un effetto “a macchia di leopardo”: alcuni Comuni potrebbero introdurre la tassa di soggiorno ed altri no, oppure potrebbero decidere di applicarla con importi diversi alterando le regole base del mercato e della concorrenza.
3. Le strutture ricettive diventerebbero gli unici sostituti d'imposta mentre tutti gli altri settori economici, che beneficiano degli effetti del turismo, ne risulterebbero esenti (ad esempio ristoranti, commercio, artigianato, musei, trasporti, parcheggi, ecc.).
4. E’ inaccettabile scaricare il peso della crisi e della mancanza di risorse dei Comuni sui turisti, sia italiani che stranieri, che scelgono di visitare l’Umbria e che contribuiscono al benessere del territorio.
5. Gli aumenti di costo per i gruppi organizzati sarebbero elevatissimi, con il rischio che gli operatori professionisti decidano di dirigere il loro traffico su altre location dove non sussista la tassa. Oggi la realtà dei fatti è che le trattative si conducono sul filo dello sconto di un solo euro, ed è quindi inimmaginabile una proposta che preveda improvvisamente un aumento delle tariffe anche fino al 20% a persona al giorno!
6. Gli operatori del turismo – tour operator, agenzie di viaggio ed altri – programmano i loro pacchetti con molto anticipo e non possono adeguare le tariffe una volta pubblicati i propri cataloghi o inviate le proposte. I programmi per il 2012 sono già stati completati.
7. Se qualche albergatore dovesse decidere di accollarsi la tassa di soggiorno per non perdere clientela e fatturato, si otterrebbe l’effetto perverso di impoverire ulteriormente chi risiede e lavora nel territorio in un momento di crisi profonda, con il risultato di finire in una spirale che indebolirebbe il sistema stesso.
8. L’introduzione della tassa comporterebbe inoltre un aggravio ulteriore di costi per l’impresa, costretta ad effettuare modifiche ai software operativi e al restyling dei moduli per le ricevute.
9. Il personale, impiegato direttamente o indirettamente nel comparto, potrebbe subire, insieme ai propri datori di lavoro, le conseguenze negative di questa scelta.
Dopo le posizioni già chiaramente espresse da Ascom e Con Spoleto, la Federalberghi locale invia un ulteriore invito al Sindaco di Spoleto a tenere conto che il turismo del territorio è già penalizzato fortemente da vari fattori: l’eccesso di offerta ricettiva, il basso livello di occupazione delle imprese (la media è sotto il 30%), la forte tassazione e la bassa redditività legata a politiche commerciali fortemente competitive.
Oltre a ciò la ferma contrarietà di Federalberghi è motivata dalla mancanza di un più generale e più volte sollecitato progetto strategico che riguardi il rilancio del settore turistico, senza il quale la tassa di soggiorno rimane un provvedimento fine a se stesso, utile solo a fare cassa, con il quale si tenta solamente di tappare temporaneamente una voragine che è destinata ad aumentare se non vengono presi accorgimenti strutturali (taglio degli sprechi ed efficienza della pubblica amministrazione).
Non si considera invece che un rifiuto alla sua applicazione sarebbe sì una decisione coraggiosa ma sicuramente lungimirante e strategica e porterebbe respiro e carburante a quello che continua ad essere da tutti individuato, spesso purtroppo solo a parole, uno dei pochissimi motori capaci ancora di funzionare e di trainare molti altri comparti della nostra magra economia. Tanto più che ora la manovra Salva Italia con la reintroduzione dell’ICI/IMU e la rivalutazione degli immobili consentirà ai Comuni di recuperare una parte consistente di entrate rendendo non più così “ necessaria ed ineluttabile” la Tassa di Soggiorno.