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‘Tassa di soggiorno da cambiare’, agriturismi si associano

Quasi la metà delle strutture ricettive del territorio sono agriturismi, ma finora la loro voce non si è fatta sentire, vista l’assenza di un interlocutore unico. Per questo ora hanno deciso di associarsi, dando vita all’associazione Agriturismi Spoleto, presieduta da Annalisa Reale e presentata ufficialmente ieri presso la struttura Collelignani di Eggi.

Una voce unica – La presidente del neonato organismo, affiancata sul tavolo dei relatori da Pietro Bartoli, Valentina Bevilacqua e Guido Grossi, ha spiegato la volontà che muove l’associazione, in primis quella di far parte dell’osservatorio permanente sul turismo. “Le nostre – ha sottolineato – sono aziende che offrono molte attività diverse, chi passeggiate a cavallo, chi fattorie didattiche, chi escursioni, chi prodotti biologici. Ciascuno di noi produce qualcosa e i prodotti della terra vengono reimpiegati nelle nostre aziende oppure venduti ad aziende del territorio, negozi in primis. È una filiera importante a sostegno della produzione agricola della zona”. Proprio per questo l’associazione vuole “interagire con gli enti locali e con tutti, ad esempio la Confcommercio”. Abbiamo già contattato il presidente del ConSpoleto Tommaso Barbanera e con lui nei prossimi giorni andremo in Comune, per presentarci e per parlare di tassa di soggiorno.

Tassa di soggiorno – Proprio l’istituzione della tassa di soggiorno è uno dei temi che ha spinto gli agriturismi di Spoleto ad associarsi: la principale richiesta è capire come verranno reimpiegati i proventi. “Le istituzioni – ha detto Annalisa Reale – ci mettono in difficoltà, abbiamo carte su carte da compilare e ci lasciano poco margine di lavoro”. In particolare viene contestato il regolamento sulla tassa di soggiorno nel punto in cui pone il limite di pagamento per 4 giorni al mese. Chi arriva in città per più giorni, infatti, in un mese solare paga la tassa al massimo per 4 giorni. C’è però un inghippo: i turisti presenti a cavallo di due mesi – come nel caso di Capodanno, ponte del 2 giugno, del primo maggio o del primo novembre – rischiano di pagarla anche per 8 giorni se si fermano gli ultimi 4 di un mese e i primi 4 del mese successivo. Una questione che va affrontata.

Una scelta precisa – A portare alla nascita dell’associazione Agriturismi Spoleto (che attualmente conta 12 strutture, ma molte altre se ne stanno aggiungendo) è stata anche la presa di coscienza di un aumento di turisti che scelgono proprio questo tipo di strutture ricettive. “Su 142 strutture del territorio, – ha illustrato la presidente – 63 sono agriturismi e appena 29 alberghi, anche se questi hanno una capacità ricettiva diversa rispetto a noi, che per legge dobbiamo avere al massimo 30 posti letto. Chi sceglie l’agriturismo per una vacanza lo fa per una scelta oculata, non siamo genericamente ‘settore extralberghiero’ ma una cosa a sé, viste anche le normative specifiche esistenti”. “Non siamo concorrenti degli alberghi – ha precisato Bartoli – è una scelta di vacanza diversa”. Spesso si tratta di pellegrini, che magari si fermano per una notte e poi proseguono il loro percorso, oppure di turisti in bicicletta, non solo stranieri. In generale quest’anno si è riscontrato un aumento di stranieri, che si fermano più a lungo degli italiani. “Tanti fanno un tour del centro Italia – è stato spiegato – toccando la Toscana, l’Umbria e ora tutti anche le Marche”.

I dati turistici – A margine dell’incontro l’associazione ha fornito alcuni dati utili a capire il fenomeno turistico locale. Nel comprensorio di Spoleto (che comprende Giano, Castel Ritaldi e Campello, dove però non è stata introdotta la tassa di soggiorno). In totale il comprensorio conta 150 strutture ricettive, per un totale di 3.174 posti letto. Gli alberghi sono 34 (29 a Spoleto) e gli agriturismi 65 (63 a Spoleto). I posti letto negli alberghi sono 1.401, quelli negli agriturismi 960. In totale nel corso del 2015, le presenze turistiche sono state 217.315, per 97.685 arrivi. La parte da leone negli arrivi lo fanno gli alberghi, con 75.667 turisti che hanno visitato la città, contro i 10.631 che hanno scelto gli agriturismi. La permanenza premia però gli agriturismi: le presenze (cioè gli arrivi moltiplicati per il numero di notti) segnano quota 146.596 per le strutture alberghiere e 33.167 per gli agriturismi. Tra gli stranieri, a preferire gli agriturismi sono i britannici (713), seguiti dai belgi (296) e dagli statunitensi (291);  231 turisti sono arrivati dai Paesi Bassi, 215 dalla Germania e 123 dalla Francia. Classifica che si inverte guardando agli alberghi. Al primo posto ci sono i visitatori dagli Stati Uniti, ben 2.751, quindi dalla Germania (1.686 Germania), dal Regno Unito (1.506), dall’Australia (1.189) e Paesi Bassi (1.122).  Quanto ai turisti italiani, invece, il trend è lo stesso per entrambe le tipologie di strutture: a fare la parte da leone sono gli abitanti del Lazio. Ben 17.464 quelli che hanno scelto gli alberghi nel 2015, 2.582 quelli che sono andati a dormire in agriturismo. Segue la Lombardia (6.321 arrivi negli alberghi, 938 negli agriturismi), quindi i campani, che sono al terzo posto solo per quanto riguarda gli alberghi (5.234, mentre negli agriturismi 564). Al terzo posto tra i turisti negli agriturismi ci sono invece gli emiliani (702), che negli alberghi sono stati invece 4.145, quinti dopo i toscani (4.931 negli alberghi, 543 negli agriturismi).