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Tassa di soggiorno a Perugia: “la giunta Boccali chiede altri soldi invece di tagliare gli sprechi”

“La sinistra di Palazzo dei Priori ha varato un nuovo balzello: la tassa di soggiorno. Questa nuova imposta peserà su ciascun cittadino nei primi dieci giorni di permanenza in una struttura ricettiva della città ed il suo costo varierà da uno a quattro euro al giorno a persona. Entro il dieci di ogni mese gli albergatori dovranno versare i proventi ottenuti dall'imposta al Comune. Questa tassa non è obbligatoria e quindi il sindaco Boccali e la sua giunta sono pienamente responsabili della loro scelta, che graverà su un settore già in crisi come quello ricettivo”. E' il giudizio del consigliere regionale Massimo Monni (Pdl) sulle misure annunciate dall'amministrazione comunale perugina.

“Solo qualche dato – aggiunge Monni – per spiegare la situazione che affrontano gli operatori turistici umbri: in media, su cento camere esistenti, solo quarantadue sono utilizzate a reddito ed il reddito netto per ciascuna camera non arriva neanche a trenta euro. La tassa di soggiorno è quindi dannosa, scoraggerà le presenze turistiche e non aiuterà il settore ricettivo. Viene da pensare che la giunta Boccali voglia solo prelevare un po' di quattrini per evitare di fare quei tagli agli sprechi pubblici tanto attesi da tutti i cittadini perugini. Comuni governati dal Popolo della Libertà come Todi e Assisi, anche loro con fortissima incidenza turistica, hanno invece fatto a meno di introdurre questa nuova tassa. Ruggiano e Ricci hanno dimostrato che un altro modo di fare politica, evitando di prelevare denaro dalle tasche dei cittadini, è possibile”.