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Tasi slitta a settembre / In Umbria il silenzio

Arriva Matteo Renzi in persona a “salvare” le amministrazioni comunali dalla decisione dell’applicazione della Tasi. Almeno per il momento. Perchè l’applicazione dell’aliquota, dal 23 maggio, è slittata al prossimo 16 giugno. Troppo presto adesso, a ridosso poi delle elezioni amministrative del 25 maggio, che vedono andare alle urne ben 61.000 sezioni elettorali in tutta Italia. Un’onda d’urto che potrebbe provocare risposte importanti e influenzare il comportamento di voto, che già si gioca sulla pancia, e sulla tasca, di indecisi e astensionisti. Il problema non sarebbe comunque nelle 4000 consigli comunali già “sciolti” proprio per le elezioni, ma per i calcoli da effettuare sul capitolo detrazioni.

In Italia qualcuno ha già deciso come applicare la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili comunali che ha rimpiazzato la vecchia Imu. I contribuenti sanno già come muoversi per il pagamento ad Aosta (1 per mille), Bergamo (3,2 per mille), Biella (3,3 per mille), Bologna (3,3 per mille), Brescia (2,5 per mille), Carbonia (1,5 per mille), Caserta (2,5 per mille), Cremona (3,3 per mille), Ferrara (3,3 per mille), Forlì (2,5 per mille), La Spezia (2,5 per mille), Livorno (2,5 per mille), Modena (3,1 per mille), Novara (2,5 per mille), Pesaro (1,9 per mille), Pordenone (1,25 per mille), Reggio Emilia (3,3 per mille), Sassari (2 per mille), Savona (3,3 per mille) e Urbino (1,9 per mille). Chi pagherà di più, chi di meno rispetto all’IMU: è andata bene a Caserta (-168%), Aosta (-163%), Pordenone (-148%), Livorno (-141%), Roma (-127%), Modena (-115%), Cagliari (-85%), Brescia (-78%), Vicenza (-53%), Reggio Emilia (-48%), Biella (-47%), Ravenna (-37%), Ancona (-35%), Piacenza (-33%), Forlì (-33%), Cremona (-30%), Bologna (-20%), Pesaro (-8%), Torino (-7%) e Novara (-4%). Situazione peggiorata invece per Mantova (+89%), Pistoia (+75%), Genova (+67%), Milano (+64%), Ferrara (+60%), La Spezia (+47%), Sassari (+40%), Savona (+28%), Bergamo (+21%), Siracusa (+16%), Macerata (+10%), Palermo (+2%).

In Umbria il silenzio – Nessuna decisione arriva invece dai comuni umbri, che ancora in silenzio non hanno dato notizie a riguardo. Il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, si è tuttavia espresso così in una sua intervista al quotidiano nazionale l’Unità: “La Tasi è l’entrata fiscale più importante per i Comuni” e non è “aggiuntiva bensì sostitutiva, e spesso più bassa, dei trasferimenti agli enti locali che nel frattempo sono stati pesantemente tagliati”. Il sindaco, anche lui uscente e ricandidatosi, ha confermato “le difficoltà dei Comuni di applicazione della nuova imposta per mancanza di dati oggettivi e la loro protesta per gli ulteriori tagli ai trasferimenti che, secondo l’Anci, ammonterebbero a ben più di 360 milioni”.
Boccali ha spiegato che nonostante l’importanza della Tasi “se ne chiede il rinvio per la poca chiarezza sulle aliquote”. “Il Comune di Perugia infatti – ha aggiunto -, non le ha ancora deliberate. Farlo a pochi giorni dal voto sarebbe stato solo un’operazione elettoralistica. Ci mancano ad oggi troppi dati per poterlo fare, a partire da quello sul ripartizione del Fondo. Avremmo definito un bilancio impreciso – ha concluso Boccali – che non voglio fare”.

Arriva poi la risposta dello “sfidante” Andrea Romizi, candidato con il centrodestra perugino: “il non deliberare l’aliquota Tasi entro il 23 maggio, così rinviando tutto ad un’unica rata di fine anno, è una voluta omissione di scarsissima trasparenza. Evidentemente questa amministrazione – continua Romizi – ha in animo l’ennesima stangata che vuole evitare di far conoscere prima del voto. Anche con danno per le liquidità di cassa del Comune. Questa è l’ennesima dimostrazione di note modalità di amministrazione sulle quali è ormai urgente voltare pagina”.

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