Incontro a Palazzo Spada con le associazioni degli inquilini e dei proprietari edili per affrontare il tema della Tasi e la proposta del Comune in merito alla applicazione della Tassa sui servizi indivisibili. Un'imposta le cui entrate costituiranno parte del bilancio di previsione 2014 in fase di predisposizione.
Un incontro che ha visto il vicesindaco con delega al bilancio ricordare come la Tasi sia stata istituita dal Governo per compensare la cancellazione dell’Imu sull’abitazione principale che assicurava al Comune di Terni un gettito di 9,5 milioni di euro. “Per realizzare un incasso analogo – ha sostenuto Libero Paci – l’amministrazione dovrebbe applicare le aliquote massime consentite, l’orientamento assunto dalla giunta va in direzione opposta. La proposta della giunta non prevede l’applicazione delle aliquote massime in nessun caso, contiene aliquote leggere, forti agevolazioni e situazioni di esenzione”. Per quanto riguarda le prime case, per le quali la normativa fissa il tetto del 3,3 per mille, la proposta della giunta prevede aliquote differenziate a seconda delle fasce di rendita catastale con l’esonero dal pagamento della Tasi per tutte le abitazioni con rendita catastale fino a 216 euro.
L’esonero è altresì previsto per quei proprietari di abitazione principale con rendita catastale fino a 700 euro con reddito non superiore a 14.000 euro elevato a 18.000 in caso di presenza di un disabile. Con questi parametri si stima che l’esonero dalla Tasi riguarderà oltre 15.000 abitazioni principali su 41.000 prime case. Per il resto delle prime case si prevedono aliquote che vanno dall’1,3 per mille, all’1,8 per mille, per giungere al 2,3 per mille e 2,5 per mille soltanto per le abitazioni con rendita catastale oltre 700 e1000 euro.
Per tutte le tipologie di abitazione principale sono altresì previste, indipendentemente dal reddito del proprietario, detrazioni di 25 euro per ogni figlio convivente a carico e 50 euro per conviventi disabili. E’ altresì previsto l’esonero dal pagamento per le aree edificabili e per i beni strumentali in agricoltura.
Il complesso degli esoneri e delle detrazioni comporta un costo a carico del bilancio comunale di 3.117.000 euro.
Per gli altri immobili ad uso abitativo diversi dall’abitazione principale, per i quali è confermato l’Imu con un tetto massimo dell’11,4 (Imu+Tasi) si procederà all’applicazione di una aliquota contenuta pari a 0,6 per mille.
Nel contempo si conferma l’aliquota Imu agevolata per i comodati d’uso gratuiti (7,6 per mille) e si ridurrà dal 6,5 al 6 l’aliquota Imu per i canoni concordati in modo tale da rendere l’onere complessivo di Imu+Tasi del 2014 pari all’importo Imu del 2013.
Per tutti gli altri immobili non adibiti ad abitazione è prevista una aliquota dello 0,9 per mille da ripartire fra locatore e locatario; per le attività commerciali e artigianali minori dove già si applica una aliquota Imu di favore dell’8,6 l’aliquota Tasi prevista è dello 0,6 per mille.
Relativamente alla ripartizione della Tasi fra proprietari ed inquilini la proposta è di attribuire l’80% della tassa ai proprietari e il restante 20% agli inquilini.
Dal complesso delle proposte deriva un gettito per il Comune inferiore ai 9,5 ml di euro venuti meno con la cancellazione dell’Imu sulla prima casa; i minori introiti saranno gestiti in bilancio con ulteriori risparmi di spesa.
“Con la proposta di applicazione della Tasi – conclude Paci – proseguiamo in una politica di contenimento della pressione tributaria che vede il nostro Comune all’ultimo posto della graduatoria regionale in materia di tassazione locale. Con la modulazione proposta si tutelano l’abitazione principale e i redditi più bassi con 15.000 ternani che non pagheranno la Tasi e i restanti che grazie alle basse aliquote e alle detrazioni pagheranno importi contenuti , nettamente al di sotto degli importi corrisposti per l’Imu.
La proposta della giunta sostiene inoltre con forti agevolazioni i canoni concordati, una tipologia di contratto con una evidente valenza sociale, e le piccole attività commerciali e artigianali. Si tratta nel complesso di una proposta che risponde a criteri di equilibrio ed equità con una attenzione forte ai problemi delle famiglie e delle imprese con particolare riguardo alle situazioni di maggiore disagio”.